Era il 13 Aprile del 1808, quando nasceva a Firenze Antonio Meucci, l’inventore italiano divenuto celebre per l’invenzione del primo telefono. Oggi si festeggiano esattamente 211 anni dalla sua nascita.
Si trattava di un particolare dispositivo di comunicazione vocale denominato “telettrofono“, oggetto ancora oggi di una curiosa controversia tra chi lo considera il primo telefono e chi invece attribuisce la paternità dell’aggeggio allo scienziato ed inventore statunitense di origini scozzesi, Alexander Graham Bell.
Meucci scoprì la trasmissione della voce per via elettrica, durante alcuni esperimenti sull’elettroterapia praticati nel 1849 a L’Avana. Ciò lo rese il primo vero artefice del telefono elettrico della storia, che lui chiamò almeno inizialmente “telegrafo parlante“, ma che poi venne ribattezzato, come detto, con il nome di telettrofono.
Ecco un estratto delle dichiarazioni che l’inventore italiano espresse a riguardo, nel corso del processo Bell/Globe:
“Lui mise il suo cartoccio alla bocca e io misi il mio all’orecchio. Al momento che il suddetto individuo parlò ricevetti il suono della parola, non distinta, mormorio, suono inarticuolato. Feci ripetere differenti volte nella stessa giornata. Di poi riprovai in differenti giorni e ottenni lo stesso risultato. Da questo momento fu la mia immaginazione e riconobbi che avevo ottenuto la trasmissione della parola umana per mezzo di filo conduttore unito con diverse batterie per produrre l’elettricità, a cui diedi il nome immediatamente di Telegrafo parlante“.
Fù negli anni seguenti a New York, per poter comunicare da una stanza all’altra con la propria consorte resa invalida da una grave malattia, che secondo molti decise di mettere in pratica la scoperta effettuata a l’Avana qualche annetto prima, ed effettuò un collegamento telefonico tra la camera da letto, la cantina e il proprio laboratorio esterno. Tuttavia Meucci dovette riuscire a realizzare un aggeggio perfettamente funzionante intorno al biennio 1864-1865.
Solo il 28 Dicembre del 1871 Antonio riuscì a depositare a Washington un brevetto temporaneo con rinnovo annuale di circa 10 dollari denominato “Sound Telegraph” nel quale descrisse il proprio telettrofono, e che rinnovò soltanto per 3-4 anni a causa delle precarie condizioni economiche in cui versava.
Ciò permise ad Alexander Graham Bell di depositare, nel Marzo del 1876, il proprio brevetto numero 174.465 per proteggere un telefono, o meglio “il metodo e l’apparato per trasmettere la voce o altri suoni telegraficamente […] per mezzo di ondulazioni elettriche, simili, in forma, a quelle che accompagnano l’emissione della voce e dei suoni nell’aria“, simile a quello di Meucci.
Nonostante una significativa porzione della comunità scientifica internazionale e dalla cultura popolare considerino Bell il padre del telefono, dal 2002 il Congresso degli Stati Uniti d’America considera ufficialmente Antonio Meucci il vero inventore del primo telefono.
Meucci non si limitò al telefono, fu infatti il titolare di un’altra ventina di brevetti, tra i quali un nuovo modo di fabbricare le candele, degli oli per vernici e pitture, e anche invenzioni riguardanti l’ambito alimentare come alcune bevande a base di frutta e vitamine.
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