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Armistizio in TIM: Vivendi ritira la proposta di revoca. L’inizio di una nuova era?

Inaspettatamente, l’Assemblea dei soci di TIM di oggi, 29 Marzo 2019, ha assistito a un armistizio che ha rialzato le quotazioni del Gruppo e rasserenato gli animi. Vivendi ha infatti ritirato la sua proposta di revoca che costituiva il punto più delicato dell’ordine del giorno.

Già in apertura, con poche parole il nuovo Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, insieme al Presidente Fulvio Conti, ha invitato i francesi di Vivendi ad aprire una nuova fase di collaborazione volta a distendere le tensioni all’interno dell’azionariato.

Il Gruppo francese ha dunque deciso di ritirare la sua richiesta, entrata come punto chiave dell’ordine del giorno, per la sostituzione di cinque membri del Consiglio di Amministrazione, accusati di aver commesso imperdonabili errori di governance.

L’ordine del giorno integrava anche la consueta approvazione del bilancio d’esercizio del 2018, la distribuzione del dividendo privilegiato alle azioni di risparmio e l’aggiornamento delle condizioni di performance del piano di incentivazione 2018. Ma gli occhi del mercato sono rimasti puntati sulle due proposte di Vivendi, inoltrate a TIM a Dicembre del 2018.

Il Gruppo francese, scalzato l’anno scorso dal Fondo Elliott, aveva richiesto di discutere in assemblea circa la revoca di cinque consiglieri del Fondo Elliott, forte della sua quota maggioritaria, ormai vicina al 24%.

Armistizio TIM

E i nomi indicati erano di primissimo livello: Fulvio Conti era stato accusato di essere l’autore del “golpe” ai danni di Amos Genish, mentre Dante Roscini e Massimo Ferrari avrebbero condotto la loro attività con gravi negligenze. Alfredo Altavilla è stato criticato per aver perseguito il proprio interesse e Paola Giannotti De Ponti avrebbe monitorato l’impairment test che ha giustificato la revoca dell’incarico di Amos Genish.

Fulvio Conti, che in occasione dell’assemblea odierna ha invitato tutti i soci ad avviare una nuova fase di cooperazione per l’interesse del Gruppo, aveva risposto all’attacco di Vivendi affermando che l’azionista di maggioranza non può trascurare  di tenere in considerazione la restante quota complessiva.

Fulvio Conti, uno dei nomi che Vivendi aveva intenzione di cancellare dal management di TIM.

Al loro posto, Vivendi aveva intenzione di nominare cinque amministratori, vale a dire Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia  Mazzarella, Gabriele Galateri di Genola e Francesco Vatalaro.

Leggendo le numerose pagine pubblicate da Vivendi per motivare nel dettaglio le gravi accuse rivolte ai cinque amministratori, sembrava inverosimile che la media company francese potesse decidere di fare un passo indietro giusto il giorno dell’Assemblea.

Tuttavia, secondo diversi analisti, la proposta di Vivendi avrebbe potuto trovare troppe difficoltà nel valicare (tra le altre) la quota di Cdp, che in breve tempo è riuscita a sfiorare il 10% del capitale sociale. E in vista del possibile accordo con Open Fiber, la pace in seno all’azionariato è un obiettivo di massima priorità per lo Stato.

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