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Linkem: costi di disattivazione della linea adeguati alla delibera AGCOM 487/18/CONS

L’operatore internet wireless Linkem ha aggiornato di recente lo schema dei costi di disattivazione della linea, in ottemperanza alla delibera AGCOM n. 487/18/CONS, che ha sancito una maggior trasparenza per i costi da corrispondere in caso di passaggio ad altro operatore o dismissione totale dell’utenza.

Come già raccontato, questi costi sono standard per tutte le offerte degli operatori di rete fissa (e wireless) e si applicano indifferentemente dalla durata del contratto sottoscritto, dunque anche se si è già superato il vincolo contrattuale ed eventuali penali non sono più applicabili, il costo di disattivazione o dismissione coprirà la gestione della portabilità o del distacco della linea.

La delibera AGCOM n. 487/18/CONS pubblicata nel mese di Ottobre 2018 prevede, tra le altre cose, una regolamentazione proprio di queste spese previste in caso di disattivazione o dismissione della linea, così da tutelare gli utenti e impedire che vengano applicati dei costi immotivati da parte dell’operatore.

È stato stabilito che le spese di recesso devono essere commisurate al valore del contratto e ai costi realmente sostenuti per la dismissione della linea o per il trasferimento del servizio.

I cosiddetti costi di disattivazione o dismissione della linea sono dei costi standard da sostenere oltre alle eventuali penali o costi di recesso previsti dal proprio contratto e che variano a seconda dell’operatore, come già trattato da MondoMobileWeb.

A parte Fastweb che non si è ancora adeguata, i principali operatori di rete fissa come TIM, Tiscali, Vodafone e Wind Tre hanno già recepito la delibera nel corso dei primi mesi del 2019.

In alcuni casi, come per TIM e Vodafone, sono stati stabiliti dei costi fissi, mentre Tiscali e Wind Tre hanno deciso di far pagare come costo di disattivazione l’equivalente di una mensilità di canone, come sancito dalla delibera (costo più basso fra una mensilità di canone e i reali costi sostenuti dall’operatore).

L’operatore wireless Linkem ha deciso di utilizzare quest’ultimo approccio, e dunque, come indicato sul suo sito ufficiale, nella sezione Trasparenza Tariffaria, applicherà il costo più basso fra una mensilità di canone e i costi di disattivazione realmente sostenuti dall’operatore.

Questi ultimi si differenziano in base all’apparato wireless installato da Linkem: in caso di apparato da interno il costo di disattivazione è di 50 euro, mentre con apparato da esterno si pagherebbero 100 euro.

I costi di disattivazione indicati da Linkem sul suo sito comprendono la disinstallazione dell’apparato da esterno effettuata da tecnico specializzato, la spedizione dell’apparato da interno presso i magazzini di Linkem, la rigenerazione dell’apparato Linkem affinché lo stesso possa essere associato ad un nuovo cliente e la lavorazione della SIM dati.

Dunque d’ora in poi, grazie alla delibera, con Linkem si pagherà solo un importo equivalente ad una mensilità di canone (ad esempio 24,90 euro nel caso di abbonamento Linkem Senza Limiti), sia per passare ad altro operatore che per cessare la linea, indipendentemente dal momento in cui si richiede il recesso.

Come indicato nello schema presente sul sito ufficiale di Linkem, i clienti sia privati che business con Ricaricabile non dovranno sostenere alcun costo.

Si ricorda che, in ogni caso, questi costi di recesso non si applicano nel caso di passaggio ad altro operatore o dismissione della linea in seguito a rimodulazione o modifiche unilaterali del contratto. In questo caso, inviando disdetta e specificando la non accettazione delle nuove condizioni, i costi di disattivazione non saranno addebitati. Per ulteriori informazioni è possibile consultare l’approfondimento sulle modifiche unilaterali di contratto.

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