È entrato in vigore oggi, 26 Marzo 2019, il provvedimento numero 22 del 25 Marzo 2019. All’interno, si estende lo strumento del Golden Power anche alla nuova tecnologia 5G, per questioni di sicurezza nazionale.
Con il termine Golden Power si intende l’insieme di strumenti, legittimati dal decreto legge del 15 Marzo 2012, volto a salvaguardare le imprese operanti in ambiti strategici o di interesse nazionale, o all’interno di settori considerati ad alta intensità tecnologica.
Come è possibile leggere nel testo integrale del decreto legge del 25 Marzo 2019, al fine di aggiornare la normativa per far fronte all’evoluzione tecnologica in corso, il Governo ha ritenuto opportuno estendere il Golden Power al 5G per tutelare il settore di riferimento dai rischi connessi a un uso improprio dei dati, con complicazioni sulla sicurezza nazionale.
Dunque, da oggi, “costituiscono ai fini dell’esercizio dei poteri di cui al comma 2, attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G”.
L’applicazione pratica del Golden Power nello sviluppo del 5G va ricercata proprio nel comma 2 del decreto. Da adesso, la stipula di contratti o accordi aventi ad oggetto l’acquisto di beni e servizi relativi alla progettazione, realizzazione o manutenzione dei servizi 5G andrà sottoposta al Governo nel caso in cui essi vengano posti in essere con soggetti non appartenenti all’Unione Europea.
In altri termini, per contratti stipulati con società non appartenenti all’Unione Europea, sarà adesso necessario inviare notifica al Governo, che potrà esercitare il veto oppure imporre determinate condizioni a tutela del settore.
E ciò varrà anche per l’acquisto di componenti ad alta intensità tecnologica che possano essere considerati “funzionali” alla realizzazione o gestione dei servizi di rete basati sulla tecnologia 5G.
Inoltre, sono oggetto di valutazione anche tutti gli elementi che potrebbero indicare delle criticità tali da compromettere la sicurezza delle reti e dei dati che vi transitano.
Il governo potrà dunque valutare la pericolosità di determinati contratti stipulati dai principali attori dell’industria delle telecomunicazioni, tenendo conto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, esercitando i suoi nuovi poteri nei confronti del 5G sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori.
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