Rimborsi fatturazione a 28 giorni: per le associazioni il rinvio è una beffa ai danni degli utenti

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In seguito al rinvio della decisione sui rimborsi per la fatturazione a 28 giorni da parte del Consiglio di Stato, che ha prorogato la validità della sospensione cautelare e fissato un’udienza per il 21 Maggio 2019, alcune associazioni dei consumatori hanno fatto nuovamente sentire la loro voce.

In un suo comunicato ufficiale, l’ADUC, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori, ha parlato di “una beffa”, ritenendo che i consumatori non riceveranno ormai alcun rimborso.

Per l’ADUC non è infatti certo che il Consiglio di Stato decida di tutelare gli interessi degli utenti, avendo fatto slittare ulteriormente la decisione. Intanto, però, secondo l’associazione i gestori avrebbero incassato delle somme particolarmente elevate in  via illegittima. Solo una sanzione commisurata potrebbe presentarsi come una giusta risposta da parte dello Stato. Infatti:

“L’eventuale pronuncia del Consiglio di Stato a favore degli utenti, senza nessuna sanzione (ormai cancellata) sarebbe per i gestori come il fastidio di un capello su una giacca: li hanno incassati senza doverli pagare, li hanno usati, ne hanno tratto profitto, casomai dovessero restituirli sarebbe sicuramente meno di quelli incassati”.

L’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori non cela dunque il suo disappunto, reclamando la necessità di una multa commisurata percentualmente al bilancio: secondo l’ADUC solo con delle misure più severe sarebbe possibile contrastare una “realtà quotidiana” basata su “proventi illeciti a costo zero per  ricavi leciti”.

Sulla questione è intervenuta anche Federconsumatori, che ha scritto di un’ennesima ingiustizia consumata ai danni degli utenti.

I toni in questo caso sono meno forti, ma anche Federconsumatori condanna la  decisione, considerata incomprensibile e tale da pregiudicare il diritto  degli utenti in seguito alla condotta illecita adottata dagli operatori. Di seguito, parte del comunicato:

“Siamo assolutamente sbigottiti a fronte di una situazione che ha ormai assunto tinte quasi grottesche, anche perché l’irragionevole lentezza della procedura potrebbe spingere molti utenti a stancarsi e desistere, rinunciando poi a inoltrare la richiesta di rimborso, a tutto vantaggio delle compagnie”.

Per Federconsumatori, in ultima battuta, il problema sarebbe da ricercare nelle modalità di applicazione delle normative a tutela degli utenti. I diritti sarebbero stati adombrati dai procedimenti burocratici che parrebbero più attenti alle esigenze degli operatori, lasciando agli utenti, in cambio dei rimborsi attesi, una grande sfiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano.

Alle proteste si aggiunge anche Codacons, che parla di una telenovela dei rimborsi per la fatturazione a 28 giorni. Il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha infatti dichiarato:

“Per gli utenti della telefonia non c’è pace. Oltre 10 milioni di italiani attendono da mesi i rimborsi cui hanno diritto per aver subito le illegittime bollette a 28 giorni che hanno prodotto un illecito rincaro delle tariffe. Dai tribunali arrivano però sentenze contrastanti e continui rinvii delle decisioni che gettano caos nella vicenda e avvantaggiano unicamente le compagnie telefoniche, permettendo loro di non corrispondere i rimborsi che secondo l’Agcom sono dovuti agli utenti. Attendiamo ora di leggere le motivazioni del Consiglio di Stato e sulla base di quelle valuteremo le azioni da intraprendere a tutela dei consumatori italiani”.

Come prevedibile, dunque, le associazioni dei consumatori non hanno apprezzato l’ulteriore slittamento delle decisione sui rimborsi, frutto della scelta del Consiglio di Stato pubblicata ieri, 20 Marzo 2019, sul sito della Giustizia Amministrativa.

L’AGCOM aveva stabilito che gli operatori restituissero in bolletta i giorni illegittimamente erosi entro il 31 Dicembre 2018, infliggendo anche delle sanzioni pecuniarie. Ma il TAR del Lazio aveva parzialmente accolto i ricorsi degli operatori, annullando le multe e confermando il risarcimento agli utenti.

Inoltre, il 20 Dicembre 2018 il Consiglio di Stato ha congelato la restituzione ordinando la sospensione della validità delle sentenze del TAR e rinviando la decisione al 31 Marzo 2019. E adesso, gli utenti dovranno attendere altri due mesi, fino al 21 Maggio 2019, con la speranza che questo sia l’ultimo slittamento.

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