Iliad: dopo i 2,8 milioni di utenti il prossimo passo è la rete proprietaria?
Iliad ha presentato i suoi risultati per il 2018, dedicando grande spazio al mercato italiano. L’operatore ha raggiunto in Italia 2,8 milioni di utenti, con ricavi di 125 milioni di euro. E per il 2019, l’obiettivo chiave è quello di sviluppare una rete mobile di proprietà.
Come già dichiarato da Benedetto Levi in occasione di una recente intervista, Iliad ha intenzione di puntare sulla sua rete di proprietà per ottenere una maggiore indipendenza da Wind Tre, che pesa sull’EBITDA e sul Capex del Gruppo.
Per il giovane CEO, infatti, il progetto di lungo termine di Iliad in Italia consiste nella creazione di una società sana e sostenibile. E la sostenibilità passa proprio per la costituzione di una rete proprietaria che permetterà alla quota di roaming di decrescere progressivamente fino ad annullarsi nel lungo periodo.
E anche alla Commissione Trasporti della Camera, Iliad ha confermato l’intenzione di volersi sganciare dal roaming, offrendo anche la sua rete 5G grazie alle frequenze ottenute nel corso dell’Asta del MISE.
Gli sforzi dell’operatore in tal senso sono stati ufficializzati in più occasioni. Risale a prima ancora del lancio in Italia l’accordo con Cellnex per circa 7700 torri presenti nel Paese. Molto più recente è invece l’accordo con Inwit, ufficializzato nel corso della presentazione dei risultati finanziari dell’azienda del Gruppo TIM.
In questo secondo caso, sarà il nuovo quarto operatore a definire la quantità di siti da richiedere in base alle sue esigenze.
Nel documento ufficiale della presentazione dei risultati del 2018, Iliad fa riferimento ai dati raggiunti nel mercato italiano, che andranno supportati da una rete di proprietà. Tra gli obiettivi del 2019, si legge infatti che Iliad ha intenzione di equipaggiare circa 3500 siti entro il 2019.
Attualmente, già 1500 siti sono pronti e il rollout si concentrerà dapprima sulle aree più densamente popolate.
La scelta di cercare l’indipendenza della rete viene supportata anche dai dati finanziari del mercato italiano: Il capex e l’EBITDA di Iliad in Italia soffrono il peso del roaming su rete Wind e nella metà di Aprile 2019 il Gruppo potrebbe esporre il proprio piano per i prossimi cinque anni, in cui ci sarà spazio per il mercato FTTH in Francia, per il nuovo segmento B2B e per l’Italia.
Non è dunque da escludere che già nel corso del prossimo mese si possano conoscere nuove informazioni sulla rete proprietaria di Iliad.
Inoltre, l’operatore continua a cercare figure professionali come tecnici radio in diverse regioni della penisola e sono diverse le città in cui l’operatore ha richiesto, negli ultimi mesi, permessi per le sue antenne.
A Bologna, Pistoia e Venezia e Roma, solo per citare alcuni comuni, l’azienda ha richiesto di installare degli impianti di telefonia mobile su nuove infrastrutture o su impianti già esistenti.
Al riguardo, però, Benedetto Levi ha sottolineato come i limiti di emissione per un nuovo entrante costituiscano sempre un problema in grado di minacciare seriamente la concorrenza nel settore.
Per il CEO di Iliad, in alcune zone particolarmente dense, il limite delle emissioni non si configura solo come un rischio per lo sviluppo del 5G, ma finisce per indebolire l’iniziativa privata del nuovo entrante, in quanto le Amministrazioni locali potrebbero non emettere le frequenze di cui Iliad ha bisogno per la sua espansione autonoma.
Intanto, si ricorda che anche i lavori sulla rete unica di Wind Tre continuano. L’operatore congiunto ha infatti ultimato i lavori in 32 città e ciò potrebbe avvantaggiare anche i clienti Iliad, che navigano in Ran Sharing e potranno raggiungere la velocità 4G+ nelle aree in cui la copertura è ultimata.
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