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Sindacati contro Wind Tre: progetto PISA, trasferimenti e integrazione danneggiano i lavoratori

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Wind Tre si è nuovamente incontrata con le organizzazioni sindacali al fine di approfondire le tematiche trattate nell’incontro precedente, con lo scopo di sottolineare gli aspetti critici del piano industriale già discusso con l’azienda. Come risultato, è stato proclamato lo stato di agitazione con assemblee e scioperi dei lavoratori.

Wind Tre, controllata ora unicamente da CK Hutchison, ha affermato di fronte ai rappresentanti sindacali di aver deciso di adottare l’ottica del cliente per modellare la sua attività, con lo scopo di migliorare costantemente i servizi offerti.

Per questa ragione, l’azienda ha preferito adottare dei nuovi processi automatizzati con lo scopo di ridurre i costi e le tempistiche. In prima battuta, chiaramente, ciò coinciderà con dei percorsi di riqualificazione e job rotation.

Analizzando ancora più a fondo il piano industriale di Wind Tre, il comunicato congiunto dei sindacati rende noto che l’azienda ha affermato di aver investito circa 1 miliardo di euro nel 2018 e di aver programmato un investimento di pari misura anche per il 2019 con lo scopo di migliorare la sua rete.

Nello specifico, l’operatore congiunto ha intenzione di realizzare circa 1500 nuovi siti, consolidando quelli attuali, per raggiungere circa 20500 siti a regime.

Sempre sul fronte delle infrastrutture di rete, l’operatore starebbe studiando un progetto finanziario, chiamato Progetto PISA, che potrebbe sfociare nella vendita di un ramo o una societarizzazione con maggioranza e controllo operativo, così da diminuire il debito aziendale.

Il progetto dovrebbe impattare circa 100 lavoratori dipendenti, ma non è stato ufficializzato in alcun modo da Wind Tre. La sua descrizione figura infatti solo nel comunicato sindacale e la valutazione degli azionisti sarà conclusa solo a fine Marzo 2019.

Per finire, rientra nel nuovo piano industriale anche la valorizzazione finanziaria dei Data center, per ridurre il debito.

E per una maggiore integrazione tra i processi dei due brand, l’operatore congiunto starebbe valutando la possibilità di ridurre la duplicazione di figure di responsabilità, avvicinandole ai vertici aziendali. Il processo coinvolgerà anche il settore fiscale, quello amministrativo e probabilmente anche quello degli acquisti.

In occasione del primo incontro, in cui Wind Tre aveva sottolineato l’importanza degli investimenti infrastrutturali per resistere all’intensificarsi della concorrenza dopo l’ingresso di Iliad, i sindacati avevano affermato di aver apprezzato l’apertura dell’azienda, rappresentata dallo staff HR al completo.

Comprendendo dunque le difficoltà dell’operatore, si richiedeva un confronto costante e il rispetto delle esigenze dei lavoratori, che starebbero vivendo una fase di grande incertezza.

Ma al termine dell’ultimo incontro, le segreterie nazionali hanno senza mezzi termini contestato la mancanza di chiarezza della visione di Wind Tre nel delineare il futuro occupazionale dell’azienda.

Per i sindacati, infatti, “è chiaro che il processo di integrazione tra Wind e H3G non è ancora terminato, con colpevole ritardo da parte dei vertici aziendali, e che l’azienda non sarà pronta sul mercato del 5G prima di quattro anni”.

Inoltre, i sindacati ritengono che il processo presentato da Wind Tre comporterà importanti cambiamenti organizzativi e che andranno tutelati i lavoratori con soluzioni non traumatiche. Wind  Tre, dal canto suo, non avrebbe intenzione di “accettare le sfide poste dall’unificazione delle due aziende e dalla digitalizzazione” in quanto mancherebbe una visione d’insieme definita, con le opportune garanzie a tutela dell’occupazione.

Esternalizzazione e trasferimenti coatti verso la sede di Milano sono considerati come processi deleteri, che rispecchierebbero la volontà del management di procedere in modo unilaterale, senza la necessaria lungimiranza, secondo quanto espresso dai sindacati.

Per queste ragioni, il Coordinamento Unitario delle RSU e le organizzazioni sindacali hanno deciso di indire la mobilitazione dei lavoratori di Wind Tre, con assemblee e iniziative di scioperi.

Per quanto concerne le assemblee, un comunicato di Fistel Veneto ha puntualizzato che, ad esclusione di Giovedì 21 Marzo 2019, l’organizzazione sindacale sarà disponibile a effettuare assemblee in qualsiasi momento, al fine di presentare ai lavoratori tutti i contenuti del piano di Wind Tre.

Intanto, per Martedì 19 Marzo 2019 è stata fissata un’assemblea retribuita della durata di un’ora per la sede di Ivrea. Inoltre, giorno 15 Marzo 2019 è stata avviata una procedura di raffreddamento, ai sensi delle Leggi 146/90 e 83/2000, proclamando lo stato di agitazione e le iniziative di sciopero.

Il sindacato lamenta infatti l’assenza di un coerente piano di sviluppo aziendale, la mancanza di visibilità delle internalizzazioni dichiarate e i rischi occupazionali dovuti ai trasferimenti verso la sede di Milano e all’esternalizzazione dei rami aziendali. Nello specifico, per quanto concerne i trasferimenti a Milano, le organizzazioni sindacali reputano la sede poco adatta ad ospitare i lavoratori, paventando la possibilità di una manovra che possa in seguito  palesare delle misure ancora più dannose per i lavoratori dell’azienda.

Si sottolinea però che gran parte degli aspetti strategici del piano industriale, come l’esternalizzazione e il progetto PISA, non sarebbero stati ancora confermati dal board.

Si tratterebbe dunque della direzione che Wind Tre avrebbe intenzione di seguire nel futuro prossimo, ma l’azienda non avrebbe ancora preso alcuna decisione a riguardo.

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