Il 10 Marzo del 1876 Bell effettuava il primo tentativo di telefonata
Esattamente il 10 Marzo del 1876, lo scienziato e inventore statunitense di origini scozzesi Alexander Graham Bell ha effettuato il primo tentativo riuscito di telefonata. Sono passati ben 143 anni da quel giorno e oggi l’uomo si accinge all’utilizzo della nuova rete di quinta generazione.
Proprio quel giorno, in occasione della chiamata avvenuta a Boston, Alexander Bell nel tentativo di comunicare con il suo assistente Thomas Watson che si trovava nell’altra stanza dello stesso edificio, formulò la celebre frase, rimasta nella storia: “Mr. Watson, come here, I want you” (“Signor Watson, venga qui, voglio vederla”).
Circa una settimana dopo, Bell avrebbe poi depositato il brevetto numero 174.465 per proteggere il telefono, o meglio “il metodo e l’apparato per trasmettere la voce o altri suoni telegraficamente […] per mezzo di ondulazioni elettriche, simili, in forma, a quelle che accompagnano l’emissione della voce e dei suoni nell’aria“.
All’epoca, come riportato da biografieonline.it, il congegno utilizzato dall’inventore era composto da una sorta di trombetta con all’interno un microfono ed un auricolare, ciò permetteva alla voce dell’interlocutore di far vibrare una particolare membrana in grado di produrre corrente elettrica variabile in base al segnale ricevuto. Tale segnale elettrico veniva successivamente trasformato in acustico, all’altro capo dello strumento.
Ben 39 anni dopo, per l’esattezza il 25 Gennaio 1915, fu inaugurato, sempre da Alexander Bell, il servizio telefonico transcontinentale negli Stati Uniti, con la prima telefonata da New York a San Francisco, avvenuta dopo anni di ricerche ed esperimenti presso la AT&T, l’azienda da lui fondata nel 1880 sotto il nome di Bell Telephone Company.
Tuttavia quello dell’invenzione del telefono è un tema dietro il quale ancora oggi si celano molti dubbi. Bell, essendo stato il primo a brevettare un telefono in grado di funzionare, è identificato da una significativa porzione della comunità scientifica internazionale e dalla cultura popolare come il padre del telefono.
Ufficialmente però, come decretato nel 2002 dal Congresso degli Stati Uniti d’America, sarebbe l’italiano Antonio Meucci il vero inventore dell’apparecchio che lui chiamò “telettrofono“, e per il quale, secondo molti, riuscì ad ottenere un brevetto temporaneo che prevedeva un rinnovo annuale di circa 10 dollari, rinnovato però soltanto fino al 1873.
Sicuramente si tratta di un’invenzione, rivelatasi poi fondamentale per il progresso dell’umanità, al quale si è arrivati grazie al lavoro e agli studi di tante altre personalità importanti come Charles Bourseul, Innocenzo Manzetti, Johann Philipp Reis ed Elisha Gray.
Tornando ad Alexander Bell, nato ad Edimburgo il 3 marzo 1847, è giusto ricordare che non si limitò al telefono, a lui si attribuiscono infatti, l’invenzione del fotofono (apparecchio capace di trasmettere il suono per mezzo di un raggio di luce) del metal detector e non solo. L’unita di misura bel (B) prende il nome proprio da lui.
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