Dopo Tiscali e TIM nel mese di Gennaio 2019, adesso anche altri operatori di rete fissa si sono adeguati alla delibera n. 487/18/CONS di AGCOM, che prevede una maggior trasparenza per i costi da corrispondere in caso di passaggio ad altro operatore o dismissione totale dell’utenza.
Come già raccontato, la delibera AGCOM n. 487/18/CONS pubblicata nel mese di Ottobre 2018 sancisce, tra le altre cose, una regolamentazione delle spese previste in caso di disattivazione o dismissione della linea, così da tutelare gli utenti e impedire che vengano applicati dei costi immotivati da parte dell’operatore.
È stato stabilito che le spese di recesso devono essere commisurate al valore del contratto e ai costi realmente sostenuti per la dismissione della linea o per il trasferimento del servizio.
I cosiddetti costi di disattivazione o dismissione della linea sono dei costi standard da sostenere oltre alle eventuali penali o costi di recesso previsti dal proprio contratto e che variano a seconda dell’operatore, come già trattato da MondoMobileWeb.
TIM e Tiscali erano stati i primi operatori di rete fissa a recepire la regolamentazione sin dai primi giorni di Gennaio 2019, mentre Vodafone, Wind Tre e Fastweb non si erano ancora adeguati.
Adesso invece, nel mese di Febbraio 2019, anche Wind Tre e Vodafone hanno deciso di applicare la delibera, aggiornando i dettagli dei costi di disattivazione nelle pagine dei rispettivi siti web dedicate alla Trasparenza Tariffaria. L’unico operatore rimasto a non essersi adeguato alla nuova regolamentazione AGCOM è Fastweb, che non la menziona nelle sue pagine ufficiali.
Come anticipato da MondoMobileWeb, dal 17 Febbraio 2019 Vodafone ha fissato a 28 euro il nuovo costo di disattivazione della linea fissa, che sarà valido sia in caso di dismissione della linea o passaggio ad altro operatore, mentre prima si pagavano 35 euro per la portabilità e 41 euro per la cessazione della linea. Per le linee solo voce il nuovo costo unico è di 19 euro, mentre in precedenza era di 40 euro.
Wind Tre, invece, ha deciso di applicare alla lettera la delibera, esplicitando con una tabella, presente nella sezione Trasparenza Tariffaria dei due brand, i “costi reali supportati da Wind Tre per il mercato del fisso”, spiegando anche che si pagherà solo un importo pari al valore minimo tra questi e una mensilità del canone della propria offerta.
Dunque, dato che normalmente i costi mensili sono più bassi di quelli visti nella tabella, nella maggior parte dei casi si pagherà solo un importo pari ad una mensilità di canone.
Ecco l’elenco, aggiornato a Febbraio 2019 a seguito dell’apposita delibera AGCOM, dei costi di disattivazione della linea dei principali operatori di rete fissa in caso di passaggio ad altro operatore:
Ed ecco invece i costi che si applicano nel caso di dismissione della linea:
Come più volte raccontato, questi costi sono standard per tutte le offerte degli operatori di rete fissa e si applicano indifferentemente dalla durata del contratto sottoscritto, dunque anche se si è già superato il vincolo contrattuale ed eventuali penali non sono più applicabili, il costo di disattivazione o dismissione coprirà la gestione della portabilità o del distacco della linea.
Inoltre, non si applicano nel caso di passaggio ad altro operatore o dismissione della linea in seguito a rimodulazione o modifiche unilaterali del contratto. In questo caso, inviando disdetta e specificando la non accettazione delle nuove condizioni, i costi di disattivazione non saranno addebitati. Per ulteriori informazioni è possibile consultare l’approfondimento sulle modifiche unilaterali di contratto.
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