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Risultati TIM: iliad non mette in crisi la base clienti. Si avvia il processo di integrazione di Kena

TIM ha approvato il bilancio di esercizio al 31 Dicembre 2018, mostrando dei ricavi in crescita rispetto all’anno precedente, grazie ai risultati positivi raccolti in Brasile e ai settori Business e Wholesale.

I ricavi organici di Gruppo sono pari a 19,2 miliardi di euro, vale a dire lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso, escludendo le partite non ricorrenti. L’EBITDA si ferma invece a quota 8,1 miliardi di euro, mostrando una sensibile riduzione del 3,4%.

L’utile netto di gruppo è di 1,4 miliardi di euro, se si esclude dal conteggio la pesante svalutazione della Core Domestic e altri oneri non ricorrenti, mentre l’indebitamento finanziario netto resta stabile a quota 25,3 miliardi di euro.

In tal senso, l’indebitamento ha sofferto il pagamento della prima tranche delle licenze 5G, per un ammontare complessivo par ia 0,5 miliardi di euro. Ma come conferma il Piano Industriale di TIM, entro il 2021 l’operatore punterà a ridurre il suo debito, grazie anche ai possibili accordi con Open Fiber e Vodafone.

Per quanto riguarda la Business Unit Domestic, nel fisso si registra un aumento dei clienti Ultrabroadband pari al 73% rispetto all’anno precedente, per un totale di 2,3 milioni in più tra retail e wholesale. Anche i clienti TIMVISION sono incrementati del 23% anno su anno, insieme all’ARPU broadband, cresciuto del 15%.

TIM sottolinea di aver reagito efficacemente all’aumento della competitività nel mercato mobile,  dimostrandosi “best in class in termini di tenuta verso il nuovo entrante e gli altri operatori mobili virtuali”. Dunque, l’operatore è riuscito a difendere la propria customer base con risultati stabili rispetto all’anno precedente, pur soffrendo comunque una contrazione dei ricavi in tal senso.

Analizzando in maniera separata i due segmenti, si nota come i ricavi da servizi del mercato fisso siano pari a 9.951 milioni di euro, stabili grazie alle soluzioni ICT e alla crescita dei clienti ultrabroadband, che hanno raggiunto i 3,2 milioni a fine 2018. Tali risultati compensano però la riduzione dei ricavi da servizi voce.

Nel mobile, invece, i ricavi da servizi hanno raggiunto i 4.513 milioni di euro, ovvero 142 milioni di euro in meno rispetto al 2017, per un decremento del 3,1%. Nonostante TIM abbia resistito all’ingresso di Iliad, l’ARPU calling e broadband mostra una contrazione fisiologica. Per la vendita di prodotti, invece, i ricavi totali sono pari a 1.351 milioni di euro.

Nei segmenti business e wholesale, le performances sono state positive, con ricavi da servizi rispettivamente in crescita dell’1,4%  e del 2,6%.

Come già descritto, i risultati di TIM Brasil hanno visto una crescita della customer base, contestualmente al costante sviluppo della rete. Nel mercato brasiliano, il processo di digitalizzazione dell’operatore ha permesso di incrementare l’ARPU grazie ad offerte più complete, cavalcando il trend di crescita degli utenti 4G.

Si segnala in conclusione che nella parte finale del documento rilasciato da TIM, è possibile leggere la frase:

“E’ stato infine dato avvio al processo di integrazione in TIM della controllata totalitaria Noverca s.r.l., che opera con il nome commerciale Kena, secondo brand nel mobile del Gruppo TIM.”

E ancora una volta, dunque, si conferma la natura “semivirtuale” dell’operatore Kena Mobile, al quale però TIM non accenna nella presentazione dei risultati.

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