Vodafone Group: un nuovo quadro regolamentare alla base della digitalizzazione nell’UE
E’ ripreso il think tank europeo organizzato da Vodafone, volto ad analizzare i vantaggi della digitalizzazione per i Paesi dell’Unione Europea. Dopo una breve pausa, la quarta sessione dell’evento si apre con una Vision Talk di Joakim Reiter, membro dell’advisory board di Vodafone Group.
Il tema della regolamentazione è il solo protagonista di questa fase finale del dibattito. Per la speaker, la giornalista Mishal Husain, legislatori dei singoli Paesi europei e l’Unione Europea nella sua interezza dovranno affrontare diverse sfide, con il fine ultimo di armonizzare i singoli approcci all’interno del mercato unico.
Prende la parola dunque Joakim Reiter, che riassume velocemente gli elementi chiave della prima parte della presentazione. L’analisi parte dal grafico che indica il livello di euforia nelle economie mondiali di fronte alle nuove sfide della digitalizzazione. Si sottolinea ancora una volta come, in maniera apparentemente paradossale, i Paesi più industrializzati mostrino degli elevati livelli di scetticismo, laddove invece Paesi in via di sviluppo come India e Cina presentano i valori più elevati. Tale distinzione permette anche di riflettere sul tema della fiducia, che sembrerebbe strettamente legata alla velocità della digitalizzazione, che sta superando qualsiasi aspettativa.
E il tema della fiducia fa riflettere Joakim Reiter sull’apporto dei Governi al complesso processo di digitalizzazione. Secondo dei risultati presentati, nei paesi europei i cittadini sembrano incerti circa l’effettiva capacità, da parte del governo, di sostenere l’innovazione digitale. In India e USA, invece, le risposte sono tendenzialmente affermative. Di seguito, il grafico presentato.
Per il rappresentante di Vodafone, alla base dell’approccio dei governi nei confronti del digitale risiede la scarsa collaborazione tra settore pubblico e settore privato. Migliorare questo aspetto garantirebbe però dei benefici per tutti: “non si parla solo di vantaggi per le aziende e i governi, ma del benessere per tutti gli stakeholders e per i cittadini”.
Un primo passo, da parte delle aziende, potrebbe essere quello di impegnarsi attivamente nella digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni e delle infrastrutture, così da offrire vantaggi ai cittadini. Inoltre, l’investimento di un singolo player, tanto nel pubblico quanto nel privato, finisce sempre per creare un ecosistema in cui molti altri attori del mercato risultano attivamente coinvolti, come nel caso delle sperimentazioni 5G in tutta Europa.
Ma con riferimento alla regolamentazione, Joakim Reiter è dell’idea che il sistema utilizzato in Europa sia avverso all’innovazione: come è possibile leggere nel Tech Divide III di Vodafone Group, infatti, la società digitale richiede per l’operatore rosso un nuovo quadro operativo da parte della politica.
E in questo senso, la disillusione dei cittadini europei nei confronti della digitalizzazione potrebbe parzialmente risiedere nel modo in cui i governi accolgono le iniziative private più coraggiose e inconsuete.
Il sistema delineato da Reiter è quello di una regolamentazione in cui per l’innovazione occorre il permesso delle Autorità, mentre per garantire la competitività occorrerebbe invece un quadro normativo volto a spingere e incoraggiare la digitalizzazione. Resta dunque necessario “collaborare di più, sperimentare di più, identificare i progetti utili per risolvere i problemi comuni e scoprire i valori condivisi”.
Per ultimo, si fa riferimento al ruolo del Governo nella protezione dei dati. Il tema è indubbiamente uno dei più discussi degli ultimi tempi, ma nonostante tutto gli sforzi dei Paesi dell’Unione Europea sembrerebbero non impattare particolarmente sul giudizio dei cittadini. Sempre secondo i dati riportati dal Tech Divide III di Vodafone Group, infatti, la fiducia nell’azione del governo non sarebbe particolarmente elevata. In basso, un grafico sul tema.
Come è possibile notare, ancora una volta i Paesi Europei manifesterebbero un’incertezza di gran lunga più netta rispetto ad altre aree. Si segnala che, in questo caso, non viene presentato il parere dei cittadini in Cina, considerati tendenzialmente entusiasti nei confronti dell’evoluzione digitale.
Per Vodafone, la chiave risiede nel binomio innovazione-regolamentazione. Si ritiene, cittadini e aziende, che la crescita economica e la regolamentazione siano spesso in una situazione di potenziale conflitto. Ed è su questo tema che occorre lavorare:come sottolinea Nuria Oliver, Director of Data Science Research di Vodafone, il tema della fiducia è molto delicato non solo per le sue implicazioni morali, ma soprattutto per la sua estrema soggettività.
Fidarsi di qualcosa o qualcuno può rivelarsi un atteggiamento costruttivo, ma che si esaurisce sempre in un solo specifico contesto. “Ci si può fidare di qualcuno per tenere sott’occhio la mia bici mentre mi assento, ma forse non per prendersi cura dei miei figli una giornata intera. Fidarsi, dunque, di cosa? Per cosa?”.
Con queste domande, Nuria Oliver suggerisce alle aziende l’importanza di trasferire un’immagine basata sull’affidabilità, sull’onesta e sulla trasparenza, che considera come i tre pilastri su cui si basa il business di Vodafone in Europa e nel mondo.
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