L’epoca digitale rende sempre più vicina l’idea di un “lavoro agile” che non richieda più di recarsi quotidianamente in ufficio o nella sede. È questa la nuova idea di smart working, tema ormai al centro di numerose discussioni e fondamentale per il progresso del nostro paese.
Il direttore di Assotelecomunicazioni-Asstel Laura Di Raimondo, in un articolo da lei scritto per Il Sole 24 Ore, ha sottolineato come la nuova frontiera dello smart working renda diverso il rapporto tra datori e lavoratori, migliorando per entrambi la qualità complessiva e l’equilibrio tra vita e lavoro.
Lo smart working infatti è definito come un’opportunità win-win: esso è vantaggioso sia per le aziende, che possono abbattere notevolmente i costi e migliorare il livello qualitativo dei propri prodotti con lavoratori più efficienti e preparati, sia per i lavoratori stessi, che non avrebbero più l’obbligo di recarsi ogni giorno su un luogo di lavoro fisso e potrebbero scegliere dove lavorare e con quali strumenti farlo.
Il lavoro agile è definito da Laura Di Raimondo come un nuovo approccio manageriale che rende il patto istituito tra datore e collaboratori più chiaro e comporta una reciproca maggiore responsabilizzazione. In Italia lo smart working è cresciuto costantemente in un settore ben preciso che è quello delle telecomunicazioni. Esso, rappresentato per Confindustria da Asstel, ha avuto una notevole crescita grazie a nuovi stimoli.
In particolare negli ultimi cinque anni lo smart working all’interno delle aziende associate ad Asstel ha avuto un’ascesa considerevole ed è ancora in costante aumento: si osserva infatti che in alcune imprese dell’industria delle telecomunicazioni il numero di lavoratori coinvolti nella nuova frontiera dello smart working ha addirittura raggiunto il 70%. I suddetti lavoratori coinvolti nello smart working hanno dunque la possibilità di impegnarsi in un “lavoro agile” mediamente 2-3 giorni al mese.
Questi risultati sono la dimostrazione che nella filiera delle telecomunicazioni l’Italia può puntare a essere all’avanguardia: per Di Raimondo sono passi piccoli, ma in continua crescita e dunque incoraggianti. Il percorso verso lo smart working sembra essere consolidato e la strada abbastanza spianata.
Tuttavia, lo smart working smaterializza i luoghi di lavoro fissi, e in questo suo enorme vantaggio risiede anche uno dei limiti più grandi: in Italia infatti persisterebbe ancora fortemente un retaggio culturale che fa della presenza fisica in ufficio uno dei capisaldi dello svolgimento dell’attività lavorativa. Si tratta di un’idea anacronistica che va abbattuta, secondo il Direttore Asstel, solamente migliorando i corsi di formazione offerti dalle aziende e trasmettendo nuove idee di leadership e management.
Lo smart working comporta infatti una nuova idea di lavoro e collaborazione: la sharing economy a esso legata ha reso fondamentale il co-working, cioè la concezione del lavoro come network che rende necessaria la collaborazione di creativi, manager e professionisti a tutti i livelli. Non esiste smart working senza una vera visione d’insieme e senza una trasformazione del lavoro da analogico a digitale.
L’idea di un ambiente di lavoro reso più stimolante da progetti di smart working nell’industria delle telecomunicazioni è stata abbracciata anche da Vodafone e Wind Tre, che hanno ricevuto la certificazione Top Employers 2019 per le condizioni lavorative e il costante impegno mostrato nei confronti dei dipendenti.
Vodafone infatti, con un comunicato del 4 Febbraio 2019, ha sottolineato l’impegno profuso nella formazione dei dipendenti, nella strategia di recruiting e nell’attenzione dedicata ai talenti. Inoltre gli strumenti di smart working da Vodafone adottati consentono a circa 3500 dipendenti di lavorare da remoto un giorno a settimana, raddoppiando i giorni di lavoro da remoto per i genitori al rientro dal congedo parentale.
Anche Wind Tre sta adottando tecniche di smart working per migliorare il welfare aziendale e garantire ai suoi dipendenti un equilibrio più stabile tra vita personale e professionale. Gli ambienti di lavoro a disposizione infatti consentono di investire sul co-working e sull’informal-chat.
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