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L’Ad di Tim Luigi Gubitosi: “Siamo pronti ad aprire un dialogo con Open Fiber”

Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim dalla domenica pomeriggio del 18 Novembre 2018, si appresta a tracciare lo stato di salute della società e a definirne i progetti futuri in vista della presentazione nel prossimo 21 Febbraio 2018 del nuovo piano industriale.

In un’intervista al Corriere della Sera pubblicata sull’edizione cartacea di oggi 31 Gennaio 2019, il CEO ha esternato alcune considerazioni sui temi che stanno attualmente coinvolgendo la compagnia telefonica.

Le domande dell’autore Federico De Rosa non potevano esulare dal dibattito sul progetto di rete unica della telefonia fissa in Italia. Negli ultimi anni il governo sta investendo direttamente con Open Fiber, la società compartecipata insieme ad Enel, per potenziare la diffusione della fibra ottica soprattutto nelle zone scarsamente servite. L’intervento diretto da parte dello Stato ha quindi innescato il dibattito sulla creazione di un unico soggetto per la gestione di una rete unica che possa evitare le duplicazioni. Trattasi di una necessità evidente, ma anche dal carico pesante per lo Stato, come ha affermato Gubitosi:

“L’Italia ha poche risorse per realizzare infrastrutture ed è in costruzione una seconda rete che si sovrapporrebbe a quella di Tim. E’ opportuno massimizzare l’efficacia degli investimenti viste anche le dimensioni delle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno. Prima di parlare delle possibili soluzioni vorrei sedermi con Open Fiber per un esame approfondito della situazione esistente e delle opportunità che presenta. Qualsiasi discussione sul tema non può basarsi su opinioni ma su numeri, fatti e dati certi”.

Nei prossimi mesi dunque la società potrebbe aprire un dialogo con Open Fiber:

“Siamo pronti ad aprire un tavolo con Open Fiber con l’obiettivo di esplorare possibili sinergie, che possono andare da accordi commerciali, co-investimenti, fino anche ad una possibile combinazione complessiva delle due infrastrutture. È importante capire i valori in gioco”.

Sembra invece troppo prematuro, al momento, parlare della maggioranza della società che gestirà la rete. L’argomento è rinviato al tavolo tra i soci delle due parti.

Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM.

Il mandato di Luigi Gubitosi ha tre priorità assolute: l’aumento di generazione di cassa organica, capire come possono essere sfruttate le opportunità di valorizzazione disponibili e la fine della conflittualità tra gli azionisti. Quest’ultimo si presenta come il terreno di scontro spesso alimentato dalle affermazioni e dai comunicati stampa che Vivendi (socio di maggioranza con il 23,9%) ed Elliott si sono scambiati dall’assemblea del 4 Maggio 2018. In una situazione in cui essere il CEO può significare giacere tra l’incudine e il martello, Gubitosi ribadisce il suo compito:

“Io devo fare il miglior interesse della società assicurandole un futuro sicuro e stabile, nell’interesse di tutti gli azionisti e stakeholder. Nel caso degli azionisti, tutti nessuno escluso, hanno un obiettivo comune che è veder crescere il valore del titolo Tim. Questo si può fare riportando Tim al centro del sistema italiano delle telecomunicazioni. Sarà importante trovare un comune punto di incontro tra i nostri azionisti e per quanto mi riguarda farò il possibile perché si raggiunga un equilibrio”

E proprio su questo tema, è di poche ore fa la notizia che il fondo Elliott è salito dall’8,8% al 9,4%, sicuramente come difesa in vista dell’assemblea fissata per il 29 Marzo 2018, in cui Vivendi cercherà di ribaltare nuovamente il CdA.

In un momento in cui si sente parlar molto della vendita di assets redditizi per Tim il manager ha confermato le potenzialità che ciascuno di essi contiene. Le torri di Inwit infatti “sono un gioiello industriale ben gestito, un punto di riferimento in un mercato alla ricerca di sinergie e che può diventare un punto di riferimento nel settore”. Per Tim Brasil “ci sono le premesse perché rafforzi la sua posizione” e Sparkle “è una società strategica che è stata trascurata e che necessità di un piano di rilancio”.

Adesso che i buoni propositi dovranno essere messi per iscritto, Gubitosi si aspetta che Tim possa cogliere le opportunità del futuro:

Ci sono sicuramente molte aree da migliorare, ma in un contesto molto difficile Tim è riuscita comunque a fare meglio del mercato, dimostrando maggiore resilienza. L’azienda è pronta per il rilancio e ci sono tutti i presupposti per ottenerlo. Posso dire che in Tim vedo spazi di miglioramento e opportunità.

All’orizzonte, infine, c’è l’obiettivo del 5G, nel quale si intravedono grandi occasioni per giocare un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento che si verificherà. In questo settore “Tim è l’unica azienda italiana che ha le dimensioni per essere competitiva con gli altri gruppi europei” secondo Gubitosi. La parola sul futuro adesso passerà al Consiglio di Amministrazione e all’Assemblea dei soci che saranno chiamate ad esprimersi su quanto l’amministratore delegato ha progettato per i prossimi tre anni.

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