Elliott accusata da Vivendi di favorire la perdita del valore del titolo di Tim
Vivendi potrebbe presto rivolgersi alla Consob (Commissione Nazionale per Le Società e la Borsa) per denunciare la possibile condotta manipolatoria di Elliott relativamente al prezzo del titolo di Tim.
L’indiscrezione giunge dalla redazione online del giornale francese “Les Echos” che ha riportato le informazioni di un portavoce della società francese, nonché socio di maggioranza di Tim.
Dopo la denuncia della condotta del fondo che gestisce il Consiglio di Amministrazione circa la violazione di alcune norme del codice civile in materia di diritto societario, Vivendi vorrebbe aprire un’istanza per contrastare la presunta operazione volontaria da parte di Elliott nel favorire la riduzione del valore del titolo di Tim che è calato del 50% dall’assemblea dei soci di Maggio 2018.
Nel dettaglio il fondo americano, che attualmente detiene l’8,847% della azioni di Tim, starebbe agendo in tale maniera per innescare uno strumento di copertura finanziaria costituito con le banche per ottenere la liquidità necessaria ad aumentare la propria partecipazione nel capitale azionario all’11,9%. Tale mossa tra l’altro sarebbe architettata coerentemente in vista dell’assemblea generale dei soci del 29 Marzo 2019 nella quale è stata messa all’ordine del giorno la proposta di Vivendi di revoca dell’incarico di consigliere a 5 componenti in quota Elliott.
Secondo le fonti societarie di Vivendi, il progetto di Elliott su Tim non si basa sul lungo periodo, e l’obiettivo a breve termine dell’aumento della partecipazione del capitale potrebbe essere in un secondo momento finalizzato alla vendita della quota posseduta dal fondo quando il valore delle azioni tornerà ad aumentare. Un progetto contrario alla visione a lungo termine che Vivendi ha tracciato su Tim, ha dichiarato un portavoce.
Vivendi non sta affrontando un periodo sereno per quanto riguarda le sue attività in Italia. Se ciò non si può dire sulla partecipazione in Mediaset, in Tim il gruppo deve subire le pressioni di Elliott e delle tendenze economiche sovranistiche che preferiscono la rete dell’ex monopolista sotto la gestione dello Stato. Per il fondo di Paul Singer e per il resto degli azionisti, invece, lo scorporo della rete sarebbe uno strumento per far crescere il valore della società.
Proprio in riferimento all’assetto societario, la Consob ha reso noto nella sua pubblicazione delle partecipazioni rilevanti il raggiungimento del 3,113% del capitale azionario di Tim da parte del fondo Canada Pension Plan Investment Board.
Quest’ultimo fa parte delle Crown Corporations, il gruppo di aziende controllate dalla monarchia del Canada, un modello istituzionale che fa riferimento storicamente alla regina di Inghilterra. Esso è tenuto a rendere conto al Ministero della Finanza canadese e si occupa della vigilanza e degli investimenti del Canada Pension Plan, uno dei principali enti pensionistici pubblici in Canada.
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