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L’arrivo di Iliad in Italia ha fatto perdere ai concorrenti circa 300 milioni di euro

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Mediobanca ha pubblicato un report che analizza il settore TLC in Italia e nel mondo. Con riferimento al mercato nazionale, emerge che l’ingresso di Iliad ha prodotto una perdita complessiva per i concorrenti pari a circa 300 milioni di euro.

Si tratta di una cifra indubbiamente rilevante, che emerge dal confronto tra il fatturato aggregato del terzo trimestre 2018 e quello del medesimo periodo di riferimento nell’anno 2017.

Iliad è infatti l’operatore responsabile di una seria contrazione dell’ARPU, vale a dire i ricavi medi per singolo cliente, che ha colpito, in diversa misura, tutti gli operatori nazionali.

Analizzando più attentamente l’ARPU, si nota che i ricavi aggregati dei principali attori italiani sfioravano i 34 miliardi di euro nel 2017, con un incremento del 2,6% rispetto al 2016. Il valore includeva però anche i risultati di Telecom Italia in Brasile e veniva sostenuto da una discreta crescita tanto nel segmento fisso quanto in quello mobile.

Analizzando però il quinquennio 2013-2017, emerge come il leader in italia fosse Vodafone, con un ARPU in costante crescita. Il valore più basso era invece quello di PosteMobile. Nel complesso, comunque, l’ARPU era in riduzione per tutti gli operatori. I primi mesi del 2017 avevano suggerito solo dei timidi segnali di ripresa, ma la pressione competitiva generata da Iliad nella metà del 2018 ha annullato tali miglioramenti.

E riguardo all’ingresso di Iliad, anche lo studio Mediobanca fa notare che il calo dei ricavi per singolo utente è coinciso, parallelamente, con un sensibile incremento dei volumi di traffico dati e minuti all’interno dei bundle.

La “rivoluzione” di Iliad, dunque, ha impattato profondamente sul mercato italiano, come prima fatto in Francia. Un grafico basato sulle stime di Mediobanca mostra infatti che, anche in patria, Free mostrerebbe un ARPU di gran lunga inferiore ai concorrenti come Orange, Bouygues e SFR, che si attesta su valori prossimi ai 12,5 euro al mese, contro i 20 della concorrenza.

L’ARPU nel segmento mobile in Francia. Il valore di Iliad (Free) è stimato da parte di Mediobanca.

Ed è interessante notare come, fino al 2016, Italia e Francia, nei mercati di telefonia mobile, mostravano esattamente gli stessi valori: entrambi i Paesi palesavano infatti una contrazione, rispettivamente, del 21,1% e 21,2%. Inoltre, come è possibile notare nel grafico in basso, anche nel 2016 e nel 2017 i valori erano molto simili, sebbene l’Italia si sia mantenuta sempre a un livello di ricavi superiore rispetto alla Francia.

Ricavi nel segmento mobile in Italia e in Francia.

Secondo lo studio, dunque, il crollo dell’ARPU Mobile già annunciato è stato essenzialmente sostenuto all’arrivo di Iliad. Tuttavia, il lancio di Kena Mobile e Ho., i semivirtuali di TIM e Vodafone, ha indubbiamente contribuito alla corsa al ribasso.

Si segnala che sulla contrazione dei ricavi, ancora in atto, hanno pesato anche degli elementi esogeni, come le revisioni tariffarie dell’AGCOM sui servizi di terminazione mobile, che hanno comportato una perdita pari a 429 milioni di euro per TIM, 400 milioni di euro per Wind e 310 milioni per Vodafone nel 2013.

Ulteriori interventi dell’Autorità hanno colpito TIM nella telefonia fissa (come nel caso dell’abbassamento del canone di accesso alla rete in rame nel 2013) e tutti gli operatori in generale, come successo con la fatturazione a 30 giorni.

Il report di Mediobanca analizza soprattutto l’intervallo temporale compreso tra il 2013 e il 2017. In questo grafico si evidenziano invece le variazioni tra il 2017 e il 2016.

Per finire, come noto, il trend delle vendite di smartphone e dispositivi accessori ha fatto segnare valori negativi negli ultimi anni, per concedersi una timida ripresa solo per parte del 2017. In questo aspetto, TIM e Vodafone sono gli operatori che hanno resistito maggiormente alla contrazione, mentre Fastweb e Wind Tre hanno assistito a un crollo del servizio.

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