Telecomunicazioni

Istat pubblica i dati provvisori sui prezzi al consumo di Dicembre 2018: indice delle comunicazioni in calo del 3%

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L’Istat ha recentemente rilasciato i dati provvisori sui prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2018. Nel complesso, l’indice nazionali dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,1% su base mensile, con un aumento invece dell’1,1% su base annua, comunque in rallentamento rispetto a Novembre.

A pesare particolarmente sul calcolo statistico sono i beni energetici. Nello specifico, i beni energetici regolamentati sono le tariffe per l’energia elettrica, il gas per usi domestici e il gas da riscaldamento, mentre tra i servizi a regolamentazione nazionale, cioè regolamentati da un’Autorità, figurano i musei, i pedaggi autostradali, i trasporti ferroviari, il canone tv e i servizi di telefonia fissa e pubblica.

L’indice dei prezzi al consumo per tipologia di prodotto. Si mette in relazione la variazione percentuale con l’intervallo temporale che va dal Gennaio 2013 al Dicembre 2018.

Analizzando la divisione della spesa nel comparto delle comunicazioni, che include anche i servizi postali, si nota una variazione congiunturale del +0,2% da Novembre a Dicembre 2018, con un peso, in rapporto all’indice generale, pari a 25.318.

Tale ponderazione è resa infatti necessaria, evidenzia l’Istat, a causa della diversa importanza percepita dei beni e servizi presenti in un paniere rappresentativo dei consumi della popolazione. Per misurare attentamente il livello dei prezzi e il loro impatto sulle finanze private, dunque, vengono fissati dei coefficienti di ponderazione.

In termini di variazioni medie, invece, si registra un calo del 3% rispetto all’anno precedente.

Superata l’analisi per divisione di spesa, il documento ufficiale riporta un prospetto sugli indici dei prezzi al consumo per tipologia di prodotto. In questo caso, i servizi relativi alle comunicazioni, che rientrano nella categoria dei servizi a media frequenza d’acquisto, mostrano un calo dello 0,2% su base congiunturale e dell’1,3% su base tendenziale, ovvero rispetto al medesimo periodo osservato nel 2017

L’analisi fin qui riportata si basa sull’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, ovvero il NIC. Un approfondimento dell’Istat riporta anche l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA).

La differenza è molto rilevante: se il NIC misura l’inflazione a livello di sistema economico, fissando come unico baricentro l’Italia, l’IPCA è in grado di comparare i dati a livello europeo. Il suo obiettivo è quello di fungere da indicatore per valutare la convergenza delle economie dei Paesi Membri.

In altri termini, dunque, l’IPCA si basa sulla medesima popolazione di riferimento, ma esclude dal paniere lotterie, lotto e concorsi pronostici, mentre in termini di prezzo, considera solo quello effettivamente pagato, e non il prezzo pieno di vendita di un bene o servizio. Il tutto, per una comparazione più precisa e corretta.

Soddisfatta questa necessaria premessa, l’IPCA di Dicembre 2018 fa notare come il comparto comunicazioni abbia un peso di 26.871 e una variazione congiunturale in aumento, dello 0,2%. La variazione tendenziale resta invece negativa, del -5,5%, e la variazione media (dal 2017 al 2018) è del -3%.

In basso, una tabella a riguardo.

Nel complesso, dunque, il quadro di oscillazioni dell’inflazione risulta condizionato per il mese di Dicembre 2018 dall’andamento dei prezzi dei beni energetici, in particolare quelli non regolamentati, vale a dire i combustibili per l’abitazione e i carburanti.

Anche in media annua, quasi il 50% dell’inflazione dipende dai beni energetici nel complesso.

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