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Lady Huawei rilasciata sotto cauzione di 10 Milioni di dollari, ma il braccio di ferro tra USA e Cina continua

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A una settimana dall’arresto di Lady Huawei, Meng Wanzhou, CFO di Huawei e figlia del fondatore del colosso cinese Ren Zhengfei, la guerra commerciale tra USA e Cina per la supremazia nel settore tecnologico della rete internet si inasprisce.

Sette giorni fa Lady Huawei era stata arrestata in Canada secondo delle direttive del governo statunitense in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia canadese. Meng Wanzhou è stata arrestata poiché avrebbe violato degli accordi presi con gli USA per un embargo commerciale nei confronti dell’Iran.

Meng Wanzhou è stata in seguito rilasciata dopo il pagamento di una cauzione che ammonta a 10 milioni di dollari canadesi e resta in uno stato di libertà vigilata, con annesso GPS per il tracciamento dei suoi movimenti. La risposta del governo cinese è stata altrettanto dura, con l’arresto di un ex-diplomatico ed un imprenditore, entrambi canadesi.

I risvolti giudiziari tra le due potenze economiche si ripercuotono e sono strettamente legati anche a quelli finanziari dei due paesi, con gli Stati Uniti che temono la potenza della Cina per il suo dominio nelle infrastrutture riguardanti le reti internet sparse in tutto il mondo. Huawei infatti, che controlla attualmente l’avanzamento tecnologico delle infrastrutture 5G mondiali, intrattiene rapporti di stretta collaborazione con il governo cinese che inviterebbe tutti i cittadini a collaborare per la raccolta di dati di intelligence.

Trump e i suoi funzionari di governo già da tempo cercano di controllare e ridimensionare il dominio di Huawei in fatto di infrastrutture internet, giudicate a rischio di spionaggio da parte della Cina, con conseguente divulgazione di risorse sensibili degli utenti nei paesi in cui queste infrastrutture presentano dei nodi controllati dal colosso hi-tech cinese. Ciò si ripercuote non solo sui territori sotto l’influenza degli Stati Uniti, ma anche su quelli “alleati”, come i paesi europei, tra cui l’Italia.

La situazione italiana vede una presenza importante di Huawei nello sviluppo delle infrastrutture della rete 5G, promossa anche tramite acquisizioni giudicate predatorie dai precedenti governi e dall’attuale governo giallo-verde. Gli inviti di Trump a non lasciare che il colosso cinese possa mettere a repentaglio la privacy dei cittadini italiani non è rimasto inascoltato. Il tema infatti è uno di quelli all’ordine del giorno nell’agenda politica italiana che si trova a fare i conti con questo braccio di ferro commerciale e giudiziario, tenendo anche in considerazione le politiche europee che non vedono di buon occhio la presenza capillare di Huawei in nodi fondamentali della distribuzione di informazioni sensibili, non solo riguardanti i servizi di intelligence dei paesi membri, ma anche dei cittadini stessi della comunità europea.

Come fa notare Bloomberg, i risvolti dell’influenza americana sulla questione sono evidenziati anche da avvenimenti che accadono fuori dai paesi propriamente “alleati”. Il Giappone infatti ha recentemente seguito una linea che ricalca quella portata avanti dal governo statunitense, bandendo dagli appalti statali Huawei e ZTE. La giustificazione di tali misure è stata quella della preoccupazione per la privacy dei cittadini giapponesi e per la temuta divulgazione di informazioni sensibili e top-secret degli apparati governativi del Giappone.

Ricordando che il sistema politico giapponese è molto basato sulla burocrazia dei funzionari che trovano infine voce nei rappresentanti politici di governo, una fuoriuscita di informazioni da questo sistema potrebbe rappresentare dunque un alto rischio di intromissione da parte di chi queste informazioni riesce ad estrapolarle.

La delicata situazione politica tra i governi cinese e statunitense mette anche a rischio la delicata tregua commerciale di novanta giorni che era stata raggiunta in occasione del G20 di Buenos Aires e che aveva come obiettivo quello di rafforzare la collaborazione tra le due potenze economiche, in modo da ridurre i dazi tra i due paesi.

Restano ancora incerte le prossime mosse di Cina e Stati Uniti anche secondo gli analisti di settore, con due forti posizioni emergenti a riguardo. Secondo alcuni esperti, infatti, gli eventi giudiziari avvenuti in Canada con l’arresto di Lady Huawei non sposterebbero di molto l’ago della bilancia nel gioco della supremazia tecnologica delle infrastrutture di rete, mentre per altri si tratterebbe di un evento molto importante, che potrebbe influenzare non solo i mercati ma anche le regole dei giochi della telecomunicazione negli anni a venire.

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