Dopo l’indagine conoscitiva con Vodafone Italia, la Commissione Trasporti della Camera si è incontrata con i rappresentanti di TIM e Wind Tre per discutere sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riferimento alla transizione verso il 5G.
Il rappresentante di TIM, Francesco Russo, Direttore Affari Pubblici dell’azienda, parla del 5G come di una nuova era, in cui ampliare il portfolio di tecnologia a disposizione sarà un elemento strategico per ogni operatore. La molteplicità tecnologica consentita dal 5G permetterà di fornire la “soluzione di prossimità migliore” ai clienti, siano essi privati o business.
Il 5G garantisce una soluzione aggiuntiva e ciò comporterà una integrazione tra rete in fibra e rete radiomobile sempre più profonda. Le tempistiche di sviluppo non possono essere determinate con estrema precisione, ma si ritiene che TIM possa manifestare pienamente il suo 5G nel 2020. L’azienda sta infatti discutendo con i principali fornitori e con tutti gli attori della filiera con lo scopo di presentare alcuni servizi già nel corso dell’anno prossimo, per dei deployment mirati e dedicati.
Tra gli scopi del 5G, TIM riconosce anche quello di costituire una potenziale soluzione definitiva al Digital Divide in tutte le aree del Paese. Un secondo utilizzo sarà la manutenzione e prevenzione in tutti i settori caratterizzati da monopoli naturali. Si fa riferimento, ad esempio, all’eventuale supporto nelle ferrovie, o alla cura e alla manutenzione delle stesse torri radio degli operatori, che già oggi avvengono tramite droni.
Nel rispondere a una delle domande poste dagli Onorevoli, il rappresentante di TIM ricorda che la nuova rete di quinta generazione dovrà essere supportata da un’adeguata formazione, che possa anche fungere da stimolo alla domanda.
Lo sforzo comune, tra operatori e autorità, dovrebbe essere quello di accrescere la consapevolezza nei cittadini dell’importanza del digitale. Discorso simile anche per piccole imprese e per le scuole, in cui TIM ha un protocollo d’intesa chiamato Scuola Digitale, rivolto sia a studenti che a insegnanti.
Sul caso Huawei, il rappresentante ricorda che il colosso cinese è un fornitore importante con cui TIM collabora da anni. Nel caso in cui la sua presenza nel territorio italiano possa essere minacciata dagli eventi accaduti nelle ultime settimane, TIM sfrutterà la sua capacità di diversificazione dei fornitori, così da risultare più indipendente.
Anche in questo caso, è stata posta una domanda sulla privacy nella nuova rivoluzione tecnologica. Gli elementi di sicurezza e privacy della nuova rete, sostiene TIM, costituiranno un punto focale del 5G, che riesce a criptare i dati per tutelare maggiormente le informazioni. Nonostante ciò, anche in questo caso è importante imporre e seguire una giusta regolamentazione, che passa ancora una volta per l’educazione digitale dei singoli cittadini.
Per quanto concerne l’incontro con Wind Tre. i rappresentanti presenti alla Camera erano Benoit Hansenn, Chief Technology Officer e Massimo Angelini, direttore Pr Internal & External.
In apertura, viene citato il caso ZTE e la decisione del dipartimento degli Stati Uniti. A causa del ruolo chiave ricoperto da ZTE come partner chiave per Wind Tre, l’attività di implementazione della rete si è bloccata per riprendere solo con la rimozione del divieto.
Wind Tre, secondo quando riferito, avrebbe consolidato oltre il 50% della rete in città come Milano, Agrigento e Bologna, mentre Roma sarà presto completata. Insieme a Ericsson e ZTE oggi la capacità di implementazione è abbastanza sostenuta e probabilmente entro la fine della prima metà del 2019 si sarà quasi completata la rete 4G.
5G a parte, l’intero processo di trasformazione digitale sarà estremamente radicale. Si fa riferimento per esempio all’impatto dell’e-commerce o alla digitalizzazione del sistema bancario. Dal punto di vista delle necessità di formazione, Wind Tre dovrà puntare su un processo di retraining e reskilling, vale a dire un arricchimento delle capacità dei dipendenti. Per via dell’importanza dello sforzo richiesto, Wind Tre ritiene necessaria la creazione di un fondo a sostegno di tale retraining. Per fare ciò, secondo Wind Tre, si potrebbe utilizzare una parte dei proventi dell’asta delle frequenze, come sostegno agli investimenti e ai processi di riqualificazione del personale.
Sulla questione dei limiti per le emissioni, anche Wind Tre parla di valori molto rigorosi, almeno tre volte inferiori rispetto agli altri Paesi dell’Unione. L’azienda continuerà a rivolgere particolare attenzione alle emissioni elettromagnetiche, ma viene puntualizzato che sono da escludere danni per la salute degli utenti, se non oltre dei limiti che si configurano come abbondantemente superiori alla media europea, già abbastanza cautelativa.
Dunque, secondo Benoit Hansenn, occorrerebbe allentare i limiti per raggiungere i livelli del resto dell’Europa. Installare una rete con i valori odierni non sarebbe infatti impossibile, ma richiederebbe un incremento del numero di antenne, così da mitigare le emissioni. Ciò porterebbe inevitabilmente a un maggiore investimento di capitali, con le naturali ripercussioni per la clientela.
Per quanto concerne l’aspetto della tutela dei dati personali, invece, Wind Tre, come TIM, parla dell’importanza di rendere le informazioni assolutamente non identificabili. Le aziende di telecomunicazioni devono sottostare a regole molto stringenti, e viene assicurato che ciò dovrà accadere anche con il 5G. Ma alcuni attori del mercato, come i cosiddetti over the top, nonostante la loro influenza, rischierebbero di vanificare il lavoro svolto dalle telco, in quanto non sarebbero sottoposti a limiti altrettanto stringenti. Occorrerà dunque, anche in questo caso, il pieno supporto delle istituzioni nazionali e internazionali.
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