AGCOM ordina a Wind Tre risarcimento e riattivazione di una SIM illegittimamente disattivata
L’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha di recente definito una controversia occorsa tra un cliente e la società Wind Tre riguardo alla illegittima disattivazione di una SIM mobile con il brand Tre.
L’Autorità ha infatti pubblicato sul suo sito una nuova determina, con data 21 Settembre 2018, per via dell’istanza presentata dall’utente in questione lo scorso 1° Marzo 2018.
Secondo quanto dichiarato dal cliente Wind Tre, tutto nasce da un vecchio contenzioso fra le parti risalente al 2014, che aveva visto raggiungere un accordo secondo cui l’utente poteva beneficiare di un piano tariffario senza obbligo di ricarica.
Come confermato anche da Wind Tre, da quel momento la SIM era rimasta normalmente attiva per diversi anni senza aver effettuato ricariche, come invece prevederebbe una normale SIM ricaricabile che dopo un certo numero di mesi richiede di caricare qualsiasi importo per non far disattivare la SIM. Il 18 Gennaio 2018, però, la SIM viene disattivata senza alcun preavviso e senza la possibilità di poter intervenire in qualche maniera per evitare di perdere il numero.
Secondo quanto dichiarato da Wind Tre durante il procedimento, la SIM del cliente era stata attivata in data 29 Dicembre 2006, e all’epoca prevedeva secondo le Condizioni di Contratto un periodo di validità di 5+1 mesi.
In seguito, dal 31 Maggio 2017, le condizioni di Contratto sono state migliorate, aumentando la validità della SIM a 12 mesi dall’ultima ricarica. Il tutto era stato correttamente notificato tramite SMS il 20 Aprile 2017, pubblicato nella determina di AGCOM da cui si evince che l’operatore in questione è Tre:
Modifica condizioni: dal 31/5 la validità della tua SIM passa a 12 mesi dall’ultima ricarica. Recesso dal servizio senza penali entro 30/5 Info: tre.it/mod-sim o 133
Dunque secondo Wind Tre le condizioni contrattuali erano state modificate e notificate correttamente all’utente. Di conseguenza, secondo l’operatore, era stato inviato in data 7 giugno 2017 un SMS all’utente per avvisarlo di effettuare una ricarica entro il 6 Luglio 2017 per evitare di far disattivare la SIM.
Il cliente Tre, però, ha dichiarato di non aver ricevuto alcun SMS in quella data e che inoltre nonostante non abbia proceduto a ricaricare, la SIM non è stata disattivata il 6 Luglio 2017. In ogni caso, fa notare l’utente che ha presentato istanza, l’operatore non avrebbe dovuto comunicare alcuna modifica per un piano tariffario “omaggio” ottenuto in seguito ad una precedente conciliazione.
L’utente ha dunque richiesto ad AGCOM il ripristino del piano disattivato o di un piano equivalente o migliorativo (oppure un rimborso che possa compensare la disattivazione della SIM), il rimborso delle spese sostenute per la riattivazione del numero e l’attivazione di una nuova SIM e il recupero del credito residuo “bonus” presente prima della disattivazione, che ammontava a 300 euro per via della conciliazione del 2014.
Viste le varie testimonianze, l’Autorità ha deciso di accogliere le istanze dell’utente, poiché la SIM non prevedeva effettivamente l’obbligo di ricarica per via dell’accordo in essere e inoltre poiché non ci sono prove che Tre abbia inviato il messaggio di avviso di effettuare una ricarica, che in ogni caso, data la disattivazione effettiva avvenuta dopo ben 6 mesi, non sarebbe servita, “inducendo in errore il cliente che, intanto, confidava nella gratuità del proprio piano”.
Per questo motivo, AGCOM ha obbligato Wind Tre a: corrispondere 100 euro tramite bonifico o assegno a titolo di spese di procedura; riattivare il piano tariffario in essere oppure uno equivalente o migliorativo; restituire i costi sostenuti per la riattivazione della nuova SIM, oltre a riaccreditare il credito residuo omaggio presente al momento della disattivazione.
Se Wind Tre dovesse decidere di non impugnare l’atto entro 60 giorni dalla notifica davanti al TAR del Lazio, dovrà comunicare l’avvenuto adempimento ad AGCOM entro 60 giorni dalla notifica.
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