Si è aperta alle ore 14 la Conference Call di TIM, in cui il Gruppo ha presentato i risultati aggiornati al 30 Settembre 2018 e approvati dal Consiglio di Amministrazione.
La conferenza è stata introdotta dalle parole di Amos Genish, CEO di TIM, che ha parlato di un cambiamento dello scenario competitivo dopo l’ingresso di Iliad nel mercato. Nonostante ciò, come già anticipato, TIM è riuscita a sostenere l’impatto, mostrando una perdita di linee assai moderata.
Se in Italia TIM è riuscita a sostenere l’elevato clima concorrenziale, in Brasile la crescita è andata consolidandosi, garantendo ricavi da servizi superiori del 3,3% rispetto al medesimo periodo del 2017.
La trasformazione effettuata all’interno della Business Unit Domestic sta creando valore, annuncia Amos Genish. Tra gli obiettivi raggiunti, la nuova App MyTIM, un’accelerazione nella migrazione alla fibra, l’ottimizzazione del sistema B2B e un incremento dei servizi di cyber-security. Per finire, si segnala l’integrazione dell’App dell’operatore con Alexa e Google Home.
I clienti TIM Vision sono pari a 1,6 milioni di unità e anche in questo aspetto l’operatore si è affiancato a importanti partner mondiali, come Amazon, Dazn e Netflix.
Amos Genish si concentra anche sull’andamento dell’offerta dei servizi FTTx di TIM. I clienti retail e wholesale stanno migrando con ritmi sempre crescenti, pari al 12% trimestre su trimestre, per un totale di oltre 2,3 milioni di linee FTTx in più.
Per finire, la convergenza di TIM, guidata dal servizio TIM 100%, ha adesso raggiunto 600.000 attivazioni, mentre il programma di loyalty TIM Party ha attualmente 1,5 milioni di iscritti (di cui 350.000 circa convergenti).
A sostenere la strategia di TIM, anche il secondo brand Kena Mobile, che ha assorbito parte delle portabilità in uscita. In basso, una tabella sul trend di portabilità nel gruppo TIM, che prende in considerazione sia i valori di TIM che quelli del secondo brand Kena. A sinistra, i dati relativi al terzo trimestre del 2018, mentre a destra i dati YTD, vale a dire dall’inizio del 2018.
Con riferimento al 5G, invece, TIM sostiene che la nuova rete ridefinirà lo scenario competitivo e confermerà la posizione di leadership dell’operatore. Il 5G garantirà costi industriali più bassi, latenza ridotta e capacità migliorata. Inoltre, sarà possibile migliorare la rete broadband per differenziare le offerte retail e creare nuovi vantaggi competitivi grazie all’automazione industriale.
Terminata la presentazione dei risultati, si apre la fase dedicata alle domande della stampa.
Gran parte di queste sono concentrate sulla rete fissa e sul contesto competitivo. TIM ripete anche in questa occasione di essere aperta a una cooperazione con OpenFiber, che si rivelerebbe positiva anche per i consumatori, i quali potrebbero godere di una copertura capillare ben più rapida. L’operatore si dichiara, tramite le parole di Amos Genish, pronto ad abbracciare una più concreta sinergia tra le due parti. La competizione generata da OpenFiber è chiaramente messa in conto, ma contribuisce a stimolare lo sviluppo digitale del Paese. Tuttavia, sostiene Genish, nel lungo periodo la necessità di evitare una network duplication potrebbe davvero spingere le due parti a riflettere più attentamente sulla loro coesistenza.
Alla domanda relativa ai mezzi da utilizzare per incrementare il numero di utenti Broadband, TIM risponde sostenendo che vadano garantiti maggiori accessi FTTH e che sia necessario concentrarsi su una strategia convergente per offrire ancor più benefici ai clienti. Viene citato anche lo stato di profondo digital divide in cui vive gran parte della popolazione italiana.
Una considerabile porzione della possibile utenza, infatti, non avrebbe le competenze per conoscere i vantaggi di una connessione veloce, tanto nella vita privata quanto nell’eventuale business. Per questa ragione, TIM confida nel continuo sforzo del Governo per ridurre il gap digitale, così da garantire anche una maggiore penetrazione agli operatori interessati a offrire servizi broadband e ultrabroadband.
In questa call conference il mercato mobile è stato trascurato nella sezione dedicata alle domande di giornalisti e investitori. A causa dell‘impairment test effettuato da TIM, gran parte delle domande si sono infatti concentrate su aspetti contabili.
Tuttavia, con riferimento al mercato mobile, è stato ancora una volta sottolineato da Amos Genish lo sforzo di TIM nell’isolare il più possibile gli effetti negativi dell’impatto di Iliad.
Viene inoltre annunciato che, nel mese di Ottobre 2018, le perdite sono diminuite ulteriormente e secondo il parere del CEO di TIM, il terremoto causato dal quarto operatore italiano sembrerebbe essere cessato.
Tuttavia, la frattura è ancora presente e l’ARPU, per l’intera industria, potrebbe non vedere particolari miglioramenti nemmeno nel prossimo trimestre. Tuttavia, già nel 2019 il mercato potrebbe definitivamente normalizzarsi, pur restando “estremamente fluido” e quindi ancora altamente concorrenziale. Per questa ragione, non stupisce quindi l’elevata volatilità del mobile nel periodo estivo.
Per quanto riguarda il 5G, una domanda fa riferimento all’eventualità che il MISE possa restituire parte dei (forse eccessivi) profitti dell’asta 5G all’industria. Amos Genish afferma che non ritiene possibile che il Governo restituisca delle quote agli operatori. Tuttavia, la restituzione potrebbe avvenire in forma di investimenti nell’intero settore, oppure per la digitalizzazione delle imprese, o ancora per l’eventuale miglioramento o svecchiamento delle reti che verranno utilizzate, nel corso degli anni, per la nuova rate.
Il lancio commerciale del 5G non può chiaramente avere una data certa in questo periodo. Tuttavia, TIM potrebbe già iniziare la sua fase di rollout verso la seconda metà del 2019.
Nel complesso, è evidente che il focus di TIM sarà quello di garantire un’implementazione rapida e corretta della rete di quinta generazione, che potrebbe stabilizzarsi già nel 2020, garantendo anche ottime possibilità di business per Inwit. In tal senso, possedere le frequenze più importanti, dopo un investimento così ingente, costituisce senza dubbio un considerevole vantaggio competitivo.
Per finire, si fa riferimento ai rapporti con le autorità e con il Governo in questa seconda metà del 2018. Sulla separazione della rete, TIM preferisce non sbilanciarsi, dichiarando che i mutevoli interessi pubblici stanno contribuendo a rallentare un processo pensato come di più rapida esecuzione. Su questo aspetto, però, TIM e AGCOM sono in continuo contatto per trovare dei punti in comune.
Il cambiamento del regulatory environment, vale a dire l’ecosistema delle leggi e delle regolamentazioni alle quali TIM deve sottostare, viene brevemente criticato da TIM, in quanto molte decisioni delle Autorità sembrerebbero non adatte a un settore altamente competitivo e regolamentato e con prezzi, soprattutto nel mobile, ben più bassi della media europea attuale. Nonostante ciò, il dialogo nell’ultimo trimestre sta portando a dei risultati soddisfacenti, di cui TIM darà comunicazione a tempo debito.
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