Tiscali e Fastweb sono finite nel mirino delle Autorità e della stampa a causa delle frequenze per il 5G cedute dalla società sarda per 150 milioni di euro, a fronte di un valore commerciale (in seguito all’asta del MISE) incredibilmente superiore.
Il quotidiano Il Sole 24 Ore ha pubblicato alcune indiscrezioni secondo cui Fastweb sarebbe intenzionata a rilanciare con un’offerta più alta per la banda di frequenza di Tiscali, che si ricorda essere la 3,4-3,6 Ghz. Nello specifico, si legge che l’offerta potrebbe aumentare di circa 30 o 40 milioni, rispetto ai 150 milioni precedentemente pattuiti.
Tiscali ha immediatamente diffuso una nota stampa ufficiale, in cui vengono smentite le indiscrezioni presentate dal quotidiano finanziario.
“In merito ai rumors di stampa che forniscono presunti dettagli sul closing dell’accordo con Fastweb annunciato lo scorso 30 Luglio, Tiscali precisa che l’operazione in corso, che dovrebbe perfezionarsi come precedentemente comunicato entro la fine del mese corrente, prevede la conclusione dell’accordo con gli Istituti di Credito e con Fastweb, oltre all’asseveramento di piano di rilancio di Tiscali stessa.”
Il comunicato aggiunge inoltre che non vi sono nuovi elementi da fornire al mercato in merito alla partnership raggiunta con Fastweb e che, eventualmente, la società stessa darà tempestiva notizia in caso di novità rilevanti in merito all’accordo.
In altri termini, leggendo il comunicato dell’operatore, sembrerebbe che non vi sia stato alcun rilancio da parte di Fastweb.
L’accordo, firmato il 30 Luglio 2018, garantiva a Fastweb le licenze per 40 Mhz nella banda 3.5 Ghz, oltre al ramo di azienda Fixed Wireless Access (FWA) di Tiscali, contenente infrastrutture FWA (836 torri) e 34 FTE. Tiscali invece poteva raggiungere il completo accesso all’infrastruttura di rete basata sulla fibra di Fastweb, così da poter ontinuare la sua fornitura di servizi LTE FWA.
Per quanto concerne le frequenze per il 5G, si ricorda che Aria, che nel 2008 aveva vinto l’asta per le frequenze WiMax, si è fusa con Tiscali nel 2015, consegnando le preziose frequenze oggetto di discussione nelle mani dell’imprenditore sardo Renato Soru, alla guida di una società attualmente in bilico, a causa di un debito di 175 milioni di euro con gli istituti di credito.
La cessione delle frequenze a Fastweb rischierebbe di alterare la concorrenza nel settore, oltre a configurarsi come un danno erariale stimato dal quotidiano La Repubblica a quota 4 miliardi di euro, in proporzione ai risultati dell’asta per il 5G.
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