Norton pubblica My First Device, la ricerca che studia l’uso degli smartphone da parte dei bambini
L’utilizzo degli smartphone diventa sempre più pervasivo nella vita di tutti i giorni, tanto che sembra impossibile fare a meno del suo utilizzo in numerosi contesti; secondo alcune ricerche, inoltre, il tempo che gli individui spendono di fronte a smartphone e tablet è in costante aumento, in modo particolare se si parla di bambini.
L’ultima ricerca che indaga l’utilizzo delle nuove tecnologie è stata conclusa da Norton by Symantec e si focalizza in particolar modo sull’uso che viene fatto degli smartphone da parte dei bambini.
La ricerca prende il nome di “My First Device” e prende come oggetto di studio i bambini e gli adolescenti dai cinque ai sedici anni, ovvero coloro che non hanno mai vissuto in un periodo in cui non esistessero ancora gli smartphone, e riguarda allo stesso modo anche gli approcci dei genitori i cui figli rientrano in questa fascia d’età, chiamata “Digital First”.
Sono molteplici le sfumature che sono state indagate dalla ricerca, tra cui emergono le sfide dei genitori rispetto all’educazione digitale dei propri figli, riguardanti la giusta età per avvicinare i più piccoli alle nuove tecnologie e quella più appropriata per affidare al bambino un dispositivo per l’uso personale. Questo per evitare ripercussioni negative causate da un uso improprio, scorretto o pericoloso da parte dei figli che, prima di tutto, dovrebbero essere educati agli scenari che potrebbero ritrovarsi davanti una volta ottenuto il più completo accesso alla rete.
Ida Setti, Direttore Commerciale Sud Europa Norton, commentando i risultati della ricerca, ha affermato:
“Essere genitori oggi non è semplice. Le vecchie sfide finalizzate a convincere i bambini a mangiare più verdura e ortaggi, andare a letto in orario e fare i compiti sono ancora lì, ma ci sono nuove problematiche legate alla tecnologia che i genitori devono affrontare. A differenza dei loro figli, la maggior parte dei genitori di oggi non è cresciuta con dispositivi connessi come smartphone e tablet, e ciò lascia loro alle prese con la creazione e l’applicazione di nuove regole legate alla fruizione di contenuti su schermo.”
Tra i risultati ottenuti dalla ricerca di Norton è emerso che il modo migliore di trascorrere il tempo libero secondo i bambini è l’utilizzo dello smartphone, preferenza che in Italia raggiunge il 71% (mentre in EMEA, ovvero Europe, Middle East, and Africa, si attesta al 58%); seguono l’uso del tablet (60% in Italia, 50% in EMEA), i videogiochi (55% per quel che concerne l’Italia, 40% l’EMEA), la televisione (63% Italia, 40% EMEA), dolci e caramelle (63% Italia, 38% EMEA) e infine il “cibo spazzatura” (37% Italia, 30% EMEA).
Quel che ne consegue è una notevole riduzione del tempo che un bambino in media utilizza per il gioco all’aria aperta, lontano da dispositivi tecnologici, trascorrendo la media di circa due ore e mezza davanti allo schermo, mentre i passatempi svolti all’aria aperta non raggiungono neanche la media di due ore. Inoltre, un quarto dei genitori intervistati ha dichiarato che i rispettivi figli utilizzino i propri smartphone per collegarsi ad Internet molto più di quanto non lo facciano loro.
I bambini che tra tutti trascorrono più tempo utilizzando device mobili sono quelli britannici, che raggiungono la media di quasi tre ore al giorno, seguiti dagli svedesi con una media di due ore e quarantasette minuti. In terza posizione si trovano i bambini italiani, polacchi e spagnoli che utilizzano i dispositivi per una media di due ore e ventiquattro minuti.
Per quanto riguarda le ripercussioni positive o negative dell’utilizzo degli smartphone, sembra che i genitori siano combattuti, infatti da un lato emerge che i bambini possano essere agevolati nelle capacità di apprendimento e di risoluzione dei problemi, come anche in ambito creativo ed in generale di felicità, dato che utilizzare un dispositivo personale possa essere utile per la responsabilizzazione dei figli. Dall’altro lato però i genitori riconoscono aspetti negativi riguardanti per esempio la qualità del sonno, l’energia, le abilità socio-relazionali e la salute mentale.
Gran parte di questi timori dipendono dall’età in cui viene affidato ai figli il primo smartphone: dalla ricerca sembra che l’età più giusta, secondo i genitori intervistati, sia quella che va dai dieci agli undici anni.
Ma un’altra delle preoccupazioni che affliggono i genitori è l’esempio che essi stessi sono in grado di dare ai figli, cosa che accade in Italia nel 63% dei casi e nei paesi EMEA nel 57%, dato che essi stessi ammettono di non ritenersi un esempio valido, trascorrendo per primi molto tempo connessi ad internet. Da ciò deriva un evidente senso di colpa, che viene rincarato nel momento in cui gli stessi figli li riprendono a causa dell’eccessivo tempo trascorso online, anche in orari non opportuni.
Si avverte quindi la necessità di stabilire ed autoimporsi delle regole di comportamento relative all’utilizzo dei dispositivi mobili. A tal proposito la ricerca evidenzia come i genitori più severi siano quelli più giovani, ma anche i genitori di bambini più piccoli.
In generale comunque i genitori hanno espresso la necessità di ricevere delle indicazioni che possano aiutarli nella gestione delle problematiche connesse a questo tema. Come conseguenza, la ricerca ha stilato una serie di consigli con l’obiettivo di aiutare i genitori a trovare una via d’uscita da queste problematiche.
I consigli riguardano, per esempio, la necessità di stabilire delle regole chiare da mettere in pratica nell’ambiente domestico come gli orari a cui accedere alla rete, ma anche i toni e i linguaggi da utilizzare. Un altro consiglio è quello di chiedere ai figli di accedere ad internet non in solitudine, ma trovandosi all’interno di spazi comuni, così da trasmettere il messaggio che la navigazione in internet non sia un’attività da nascondere, questo anche per mantenere costante il dialogo tra genitori e figli.
Un altro consiglio è quello di educare i bambini a non cliccare su ogni link a disposizione, ma di leggerli attentamente prima di farlo, per evitare l’esposizione a contenuti dannosi e/o inappropriati; per questo stesso motivo è consigliabile parlare insieme di quali siano gli effettivi rischi a cui possano essere soggetti i bambini, in modo che questi possano esserne consapevoli e possano evitarli.
Infine, è necessario che i genitori, i cui comportamenti vengono sempre imitati dai bambini, diventino per loro un buon esempio da seguire.
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