Telecomunicazioni

Formazione e ricambio generazionale nel mondo del lavoro sono necessarie per lo sviluppo delle Tlc

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Laura Di Raimondo, direttrice di Asstel, ha recentemente rilasciato un’intervista relativa al mondo delle telecomunicazioni e a ciò che sarà necessario per il loro sviluppo; dall’intervista emerge che la chiave di svolta sarebbe incentrata tutta nella formazione e nel ricambio generazionale del mondo del lavoro.

Sembra infatti che all’interno del settore Tlc l’età media vada oltre i quarant’anni e dunque sia necessario dare inizio ad un momento di svolta, con una riflessione che investa sia il tema dello sviluppo tecnologico, sia quello relativo al mondo del lavoro. Secondo la Di Raimondo, uno dei ruoli auspicabili per Asstel è quello di un hub che possa incoraggiare e favorire l’avvio di nuovi approcci al lavoro, che siano vantaggiosi sia per le imprese che per i lavoratori: la consapevolezza di base però dev’essere quella che vede il futuro all’interno del contesto Digitale.

Secondo la Direttrice Di Raimondo, ogni campo dell’economia e dell’industria è ormai interessato dai processi di innovazione tecnologica, con conseguenze che toccano l’organizzazione, le regole e le modalità operative. In particolar modo, nella filiera delle Tlc e soprattutto all’interno di alcune imprese, l’età media si aggira sui cinquantanni: da qui nasce la necessità di favorire il ricambio generazionale. Nuove opportunità di creare valore, nuove competenze e professionalità deriveranno dalle nuove tecnologie di banda ultra-larga 5G e in fibra, dai relativi servizi e al modo in cui si adatteranno e cambieranno i modelli di business.

Questo processo di cambiamento, secondo le parole della direttrice, potrà avvenire pienamente soltanto nel momento in cui le regole del lavoro adesso vigenti, nate in un’epoca analogica, si adatteranno al nuovo contesto. Solo in questo modo si potrà rispondere ai dubbi sulle conseguenze dell’impatto del digitale e si potranno revisionare temi come l’orario di lavoro, i profili professionali e le relative remunerazioni. Ad oggi, però il mondo del lavoro è ancora improntato alla tradizione imprenditoriale manifatturiera, risultando pertanto inadeguato alla trasformazione digitale.

Per quanto riguarda le sfide che dovranno essere affrontate dalle imprese, Laura Di Raimondo ha affermato:

Bisogna passare attraverso tre principali step: adottare programmi di formazione continua, adottare programmi di formazione sulle competenze digitali, promuovere e sostenere sia politiche attive del lavoro realmente efficaci per creare condizioni che migliorino il grado di occupabilità/rioccupabilità delle persone, sia un nuovo modo di concepire in chiave più espansiva il tradizionale modello degli ammortizzatori sociali, oggi prettamente difensivi. La sfida evolutiva del lavoro rappresenta un banco di prova anche per il sistema delle relazioni industriali. Il contratto collettivo deve avere un nuovo ruolo nel supportare i processi di trasformazione settoriali e aziendali verso condizioni di competitività, occupabilità e rioccupabilità, anche grazie a modelli e strumenti innovativi di Welfare. Oltre a questo diventa centrale il rafforzamento della contrattazione aziendale per rispondere alle esigenze di flessibilità connesse ai diversificati contesti organizzativi delle imprese e consentire uno scambio tra creazione di valore, nonchè efficienza/produttività, e incremento delle retribuzioni”

Per favorire questo cambiamento, la Direttrice pensa ad un percorso di formazione continua che permetta la conversione di competenze e professionalità, al fine di agevolare occupabilità e rioccupabilità, così da dare il via da un lato al ricambio generazionale e dall’altro all’active ageing. Inoltre, il sistema di educazione pubblico dovrebbe focalizzare alcune delle sue aree sulle competenze digitali, integrandole nei programmi didattici e proponendole a partire dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado fino a quelli universitari.

Per realizzare tutto ciò, sarà necessario che le istituzioni svolgano un ruolo attivo, iniziando dall’utilizzo dei programmi di finanziamento europeo.

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