Tiscali

Tiscali, la strada della vendita di altre attività aziendali per risolvere l’emergenza finanziaria?

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Dopo l’accordo strategico di Luglio 2018, quando Tiscali ha siglato con Fastweb l’accordo sulla cessione della licenza 40 Mhz di frequenze nella banda 3.5 Ghz, il livello di ottimismo sullo sviluppo dell’azienda potrebbe essere messo in discussione.

Secondo quanto implica l’accordo firmato in piena estate, Tiscali ha trasferito le importanti frequenze per lo sviluppo del 5G a Fatweb, in cambio della messa a disposizione  della proprie rete (e quindi anche della fibra) da parte di quest’ultima  a cui l’azienda di Sa Illetta potrà accedere a prezzi convenienti.

In quell’occasione i segretari regionali Cgil e Slc Michele Carrus e Roberto Camarra avevano sottolineato come apparisse “evidente che cedere frequenze e torri significa(sse) decidere di trasformare Tiscali in un semplice operatore virtuale”.

L’accordo ha sollevato le preoccupazioni dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, che hanno reclamato l’importanza dell’oggetto dell’accordo e contestato l’assenza di un piano industriale che potesse definire la progettazione del futuro della società.

Ad alimentare il dissenso dei dipendenti di Tiscali, tuttavia, potrebbe essere un’emergenza più grande. Secondo le pagine del Sole 24 Ore del 12 Ottobre 2018, infatti, Tiscali potrebbe trovarsi in una situazione di forte sbando dettata dall’instabilità finanziaria dell’azienda.

L’azienda, proprietà del magnate russo, deve affrontare un debito totale di 170 milioni di euro, come fa sapere il quotidiano economico-finanziario. La cifra che Tiscali otterrebbe dall’accordo con Fastweb tuttavia, sarebbe diventata insufficiente per saldare i conti con le banche, le quali richiedono la revisione del piano di ristrutturazione, a sua volta indispensabile per dare il via alla cessione. La società ha tempo fino a fine Ottobre per concludere le trattative e per cercare di aumentare l’incasso dell’operazione.

Se l’emergenza generale dovesse diventare insostenibile Belyaev potrebbe ragionare sull’ipotesi vendita. Anche questa eventualità potrebbe non essere facilmente praticabile, perché Fastweb, che della società detiene anche la divisione Pmi, potrebbe non andare oltre l’acquisizione delle frequenze dell’accordo con Tiscali, mentre chi potrebbe fare capolino con l’interesse di acquistare l’attività retail potrebbe essere il fondo svizzero-tedesco SpringWater.

I russi fino ad oggi hanno sempre fatto ricorso a mezzi terzi per finanziare l’azienda, ma l’aumento di capitale è ormai diventato una necessità, e insieme ad esso bisognerebbe accompagnare un piano industriale chiaro.

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