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Mentre si discute sui rischi delle Simbox Iliad per la sicurezza nazionale, online si vendono SIM Lycamobile già attive

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Il 15 Febbraio del 2017, la trasmissione televisiva Le Iene faceva notare l’importanza delle attività di monitoraggio dei cellulari degli utenti. Per ragioni di sicurezza, le compagnie telefoniche sono infatti obbligate a comunicare immediatamente alle autorità l’identità di chi acquista una SIM telefonica.

Nel servizio si mostrava agli spettatori come, in certi casi, l’assenza di documenti per l’acquisto di una SIM fosse un problema facilmente aggirabile da alcuni scaltri rivenditori. In un caso specifico, i giornalisti de Le Iene riprendevano un individuo mentre forniva loro una SIM anonima fuori da un negozio.

Successivamente, recandosi da un rivenditore di origini asiatiche, mostravano la facilità con cui era possibile contrattare per l’acquisto di diverse decine di SIM alla settimana per amici e parenti, senza fornire documenti identificativi. In quella circostanza, la sfortunata protagonista era LycaMobile, operatore virtuale attivo in oltre 20 Paesi e con circa 16 milioni di utenti nel mondo.

Oggi, il problema dell’identificazione e dell’acquisizione dei dati degli acquirenti è tornato alla ribalta dopo le numerose segnalazioni e interrogazioni circa una possibile violazione della normativa italiana per la difesa nazionale dal terrorismo. In questo caso, a finire sotto il mirino dell’opinione pubblica è stata Iliad, a causa del suo peculiare sistema di vendita tramite Simbox.

Tra le notizie più recenti, quella della senatrice e vicepresidente della commissione Lavoro, Annamaria Parente, che ha chiesto con un’interrogazione rivolta ai ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e dell’Interno, di chiarire se Iliad rispetti le normative vigenti in materia di antiterrorismo.

Anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha avviato un’interrogazione rivolta al Ministro Luigi Di Maio, chiedendo di riflettere circa le norme che disciplinano l’articolato processo di identificazione del soggetto che acquista una SIM, in relazione alla strategia commerciale posta in essere da Iliad.

Ma già nelle prime settimane di lancio Iliad aveva dovuto fare i conti con le istanze sollevate dai suoi concorrenti per presunta violazione delle norme di sicurezza previste dalla legge Pisanu in merito alle Simbox.

Iliad ha sempre respinto tali accuse, citando a più riprese proprio la Legge Pisanu del 2005, della quale MondoMobileWeb aveva già trattato in anteprima assoluta nel corso delle prime indiscrezioni sul nuovo quarto operatore. Il decreto prevede l’obbligatoria identificazione del titolare di una Sim per mezzo di un documento di identità valido. L’assegnazione di una Sim equivale infatti all’apertura di una linea telefonica, e va disciplinata secondo la legge sopra citata.

Iliad aveva risposto ufficialmente con una nota nella quale ci si riferisce alle Simbox come a uno strumento dotato di un processo di verifica tale da garantire il controllo efficace e completo dell’identità di ogni acquirente a cui viene rilasciata una SIM. Nel caso di dati errati, parziali o invalidi, o se i documenti o il video registrato pongano dubbi sul riconoscimento di un individuo, Iliad afferma di procedere immediatamente con il rigetto della richiesta. Il procedimento garantisce così, continua l’operatore, massima conformità con la normativa applicabile e assicura un livello di controllo particolarmente elevato, anche in considerazione della digitalizzazione della procedura.

In altri termini, l’operatore esclude categoricamente che vi sia la possibilità che una SIM venga attivata prima della convalida dell’identità degli acquirenti.

Il baricentro di questa delicata questione sembra quindi essere il momento dell’attivazione della SIM, a partire dal quale l’utente è libero di effettuare chiamare e mettersi in contatto con il resto del mondo. Problema tuttavia facilmente aggirabile, qualora fosse possibile acquistare delle SIM preattivate.

Tornando all’inchiesta de Le Iene del 15 Febbraio 2017, è evidente come il tono dell’intero servizio risentisse del clima di quelle settimane, dopo gli attentati degli estremisti islamici in Europa. Per questa ragione, si concludeva che la possibilità di acquistare SIM preattivate senza rilasciare dati personali potesse mettere seriamente in pericolo la sicurezza nazionale.

A un anno e mezzo di distanza non è possibile comprendere quanto e come la situazione sia cambiata, con particolare riferimento all’operatore virtuale LycaMobile. Ma se l’esito di un contatto diretto con un rivenditore in un negozio fisico può essere complesso da documentare, è ben più semplice recarsi su internet per approfondire la questione.

Il mercato delle SIM preattivate non si limita infatti alle schede passate sottobanco nei sobborghi delle grandi città, ma si ramifica fino a raggiungere i siti di e-commerce più popolari. L’esempio è quello di ebay, in cui alcuni venditori offrono delle SIM preattivate con o senza credito, pronte per essere utilizzate.

In basso, un esempio di un annuncio di vendita per una SIM LycaMobile spagnola, venduta al prezzo di 50 euro con 5 euro di traffico.

Un annuncio simile, con molti più dettagli, è stato però trovato proprio su ebay italia. In questo caso, il venditore offre una serie di informazioni e spiegazioni utili per comprendere il funzionamento di questo mercato. Il titolo dell’annuncio presenta una Sim Card Lycamobile “italianissima” e anonima, già attiva. Il venditore garantisce inoltre un acquisto anonimo, al prezzo di 54,90 euro.

Interessante notare come nell’immagine dell’annuncio si invitino gli utenti a contattare il venditore all’indirizzo email indicato (oscurato da MondoMobileWeb) prima di procedere con l’acquisto. In basso, è possibile osservare i dettagli dell’annuncio, con scadenza il 10 Settembre 2018. Il prodotto si trova, stando a quanto scritto, in provincia di Brindisi, e la spedizione è garantita in pochi giorni lavorativi.

Il venditore accetta tutti i principali metodi di pagamento diffusi nel popolare sito di e-commerce. Tuttavia, osservando i dettagli aggiuntivi circa il prodotto, si nota subito come si preferisca, insieme al contatto email, concludere l’acquisto con Paypal o bonifici, “nell’assoluto anonimato e per la tutela della privacy dei clienti”.

Anche in questa parte dell’annuncio si ribadisce che la SIM è anonima e che non è mai stata usata. In questo caso, la SIM arriva priva di credito e senza promozioni attive.

La situazione, più volte riportata all’attenzione del Garante Privacy, continua quindi a far discutere. Combattere questi fenomeni è certamente complesso, tanto online quanto nei rivenditori delle grandi città, ma i singoli utenti possono cercare di tutelarsi controllando se sono attive delle SIM Lycamobile intestate a proprio nome senza alcuna esplicita richiesta.

Chiaramente, questa procedura può essere utilizzata anche con altri operatori nazionali, e quanto fin qui espresso non vuole sottintendere che all’infuori di Lycamobile sia impossibile imbattersi in situazioni simili a quanto descritto. Nel caso specifico, l’operatore è chiaramente estraneo a quanto accade sul web, così come il sito di e-commerce ebay.

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