Dal campo dei prezzi la battaglia tra alcuni degli operatori di telefonia italiani si sposta all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, dove il Giurì dovrà lavorare sulle segnalazioni che Tim, Vodafone e Iliad hanno depositato contestandosi a vicenda dando il via ad uno scontro giudiziario che si gioca sul campo della verità.
In prima battuta infatti, Tim e Vodafone hanno sollevato nei confronti di Iliad l’ipotesi di pubblicità commerciale ingannevole in contrasto con l’articolo 2 del Codice di Autodisciplina. All’operatore da poco sbarcato nel mercato si contesta l’aver promesso la copertura del 4G+ in tutto il territorio nazionale e il non aver indicato ” i costi di attivazione ed i limiti in caso di uso delle reti europee” ordinandone la cessazione secondo questi stessi limiti.
Il messaggio pubblicitario che Iliad ha impostato per la sua campagna televisiva e online si esprime in questo modo: “Scegli la verità, scegli Iliad” – “#RivoluzioneIliad” – “30 giga in 4G+, minuti e SMS illimitati, a 5 euro e 99 al mese. Per sempre. E per davvero”.
Anche Iliad ha depositato un’istanza che ha ad oggetto il comportamento in tema di pubblicità ingannevole di Tim relativamente alla promozione del prodotto “Tim Hub 4G”, presentato dalla compagnia come il dispositivo “che ti permette di accedere alla rete mobile 4GPlus di TIM ovunque ti trovi” – “Grazie alla rete TIM 4GPlus, TIM HUB 4G ti offre un’esperienza di navigazione ottimale fino a 260 Mega!””. Ad essere contestate da Iliad sarebbero state le parole “ovunque ti trovi”.
Iliad ha anche fatto giungere una risposta tramite il suo ufficio stampa a quanto sollevato da Tim presso il Giurì:
“Rispetto a quanto emerso in seguito al procedimento avviato da alcuni competitor relativo alla nostra campagna pubblicitaria, desideriamo innanzitutto sottolineare che i messaggi sostanziali che la caratterizzano sono stati verificati e accolti come trasparenti e corretti. Sarà ovviamente nostra premura rendere alcuni degli aspetti legati alle modalità di comunicazione dell’offerta, ulteriormente chiari, oltre quanto già indicato nei nostri canali.
Nonostante le incredibili azioni che i competitor continuano a mettere in atto da quando siamo entrati sul mercato, ci sembra opportuno cogliere queste occasioni come possibilità per chiarire ancora ai nostri utenti che agiamo in trasparenza e in un’ottica di totale soddisfazione degli stessi”.
Il Giurì, organo giudiziario a cui è possibile “deferire il giudizio sulla verità del fatto medesimo” (art. 596 codice penale)”, dovrà adesso esprimersi sulla questione. Sarà proprio sul campo della verità e della trasparenza, parole cavallo di battaglia per il suo esordio, che Iliad dovrà rispondere sulle accuse che provengono dai propri concorrenti.
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