L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel suo bollettino settimanale, ha reso noto il suo provvedimento nei confronti di Wind Tre, relativo a un procedimento concernente la pratica posta in essere dalla società durante la promozione delle offerte All-In Small.
Più nello specifico, il procedimento riguarda i messaggi pubblicitari utilizzati tra il 2013 e il 2017 recanti il motto “per sempre”.
L’iter, iniziato nell’Ottobre del 2017, ha visto il contributo di circa quaranta segnalazioni dei consumatori, che hanno lamentato l’ingannevolezza della promozione contenuta nei messaggi pubblicitari, poiché le offerte garantite “per sempre” hanno subito modifiche già nel 2014, e poi successivamente nel 2017.
Discorso simile, nella sostanza, anche per altre offerte All-In, come All-In Pack Home Edition, ALL in Vip Smart, All in One e All in Vip, pubblicizzate con condizioni contrattuali di favore, subordinatamente a una durata contrattuale minima (24 o 30 mesi) e poi modificate durante il periodo del vincolo temporale prestabilito.
Il procedimento si concentra solo sul caso All-In Small, ed emerge che è stato soggetto a modifica un numero di utenze compreso tra le 100.000 e le 300.000 solo nel 2014.
Nel corso dell’iter è stata ascoltata più volte la società, la quale ha riferito che la condotta fin qui esposta è stata già trattata dall’AGCOM, con il provvedimento sanzionatorio 628/15/CONS, relativo alla successiva modifica unilaterale.
Tuttavia, l’AGCM puntualizza che in questo procedimento si valuta la pubblicità ingannevole scaturita da un termine che non rappresentava le reali intenzioni dell’operatore.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sottolinea infatti che l’ingannevolezza di tale attività promozionale deriva proprio dal fatto che i claim commerciali utilizzati prospettavano uno specifico vantaggio per il consumatore, con un serio impatto sul confronto e sulla scelta delle varie offerte. La scelta sarebbe stata quindi condizionata anche dalla falsa garanzia di condizioni contrattuali non mutabili, che si configura come una pratica commerciale scorretta.
Per questa ragione, è stato deliberato che Wind Tre debba pagare una sanzione amministrativa di 600.000 euro.
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