Vodafone lavora su Voyager, la whitebox che trasformerà le reti ottiche
Il mercato della connettività è in forte crescita e ha sempre bisogno di infrastrutture più scalabili ed economiche per il suo funzionamento ottimale: Vodafone sta quindi provando ad andare incontro a tale necessità e lo sta facendo con le sperimentazioni relative a Voyager, la whitebox testata in Spagna all’interno del progetto Telecom Infra Project (TIP).
Voyager si propone come la perfetta combinazione tra connettività ed infrastruttura a fibra ottica economica e scalabile. Progettata da Facebook, Voyager è stata presentata come un sistema aperto che utilizza da un lato la tecnologia a commutazione di pacchetti e dall’altro la densità di lunghezze d’onda per reti in fibra ottica a lungo raggio. Tra le sue caratteristiche principali vi è la netta separazione tra software e hardware e, soprattutto, la possibilità per qualsiasi fornitore, sia di migliorarla con componenti aggiuntive sia di fornire software e funzionalità differenti.
Il Telecom Infra Project non può che essere l’ambiente migliore per lo sviluppo di Voyager, trattandosi di un’importante community focalizzata sulla crescita dell’innovazione nell’ambito delle telecomunicazioni, per cui numerose aziende stanno collaborando al fine di sviluppare la sua piattaforma.
L’obiettivo del test portato a temine in Spagna, era quello di dimostrare il futuro dell’applicazione di un modello disaggregato alle reti ottiche e di fornire una maggiore flessibilità per la gestione delle dinamiche in tempo reale. Il test ha quindi dimostrato come Voyager possa essere implementata su un’infrastruttura ottica già esistente, con una capacità di 800 Gigabit al secondo (Gbps) per unità rack, adattando dinamicamente la modulazione del sistema al variare delle condizioni della fibra.
Santiago Tenorio, Responsabile Network of Strategy e Architecture Network di Vodafone, ha affermato:
“Volevamo dimostrare come i trasmettitori a velocità variabile di Voyager possano essere utilizzati per abbinare velocità e formati di modulazione alle attuali condizioni della linea. Grazie a un sistema operativo di rete semplificato e all’automazione SDN, abbiamo mostrato come la nostra rete può impostare servizi ottici e mantenerli in esecuzione, ridurre inutili e lunghe interruzioni del servizio clienti e migliorare l’utilizzo della rete “.
Tra i risultati del processo si trovano: la messa in servizio ottica basata su Software Designed Network (SDN) a 200 Gbps, il monitoraggio in tempo reale basato su SDN con adattamento automatico della modulazione da 200 Gbps, 16QAM a 100 Gbps, QPSK mantenendo la connettività con il 50% di capacità di traffico, in caso di peggioramento della linea ottica, e ripristinando automaticamente 16QAM una volta corretto il disturbo; l’aggiornamento di un precedente sistema WDM basato su 10 Gbps con lunghezze d’onda 4×200 Gbps per un totale di 800 Gbps di capacità extra.
Si ringraziano Angelo, Davide e Gioser per le prime segnalazioni.
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