Il Tar Lazio ne aveva già ordinato la momentanea sospensione fino al 4 luglio 2018, ma la questione tra il duo Tim – Vivendi e il governo sull’esercizio dei poteri che la legge conferisce a quest’ultimo per proteggere alcuni importanti settori dell’economia non avrà una soluzione definitiva nel breve termine.
Il tribunale amministrativo, a cui Tim ha fatto ricorso dopo il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha irrogato la multa di 74.312.342,44 euro, ha fissato l’udienza di merito per mercoledì 8 maggio 2019, esattamente ad un anno di distanza dal giorno in cui avrebbe dovuto dare esecuzione al provvedimento sanzionatorio.
Il Tar ha voluto quindi rinviare il suo giudizio di merito «fatta salva», come si legge nell’ordinanza, «la necessità di approfondire nella successiva fase di merito […] tutte le complesse e nuove questioni di diritto dedotte».
Inoltre, la tutela cautelare di sospensione è potuta essere stata accordata in virtù della spontanea prestazione da parte della società ricorrente e in favore dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato consistente in una cauzione di importo pari a quello della sanzione irrogata. Sono state così contemperate le esigenze della parte ricorrente, ossia la società Tim, con quelle della parte resistente, il governo.
Dopo l’irrogazione della sanzione Tim aveva ingaggiato una prestigiosa squadra di legali nello scorso 23 Maggio 2018. Gli avvocati che stanno lavorando per la difesa in giudizio di Tim, provengono dagli studi BonelliErede, Giliberti-Triscornia e Catricalà.
La sanzione di 74 milioni di euro è d’altronde la meno onerosa che la società potesse ricevere, in quanto corrisponde all’1% del fatturato complessivo di Tim e Vivendi, la percentuale minima contemplata dalla legge per punire la mancata notifica della modifica di determinati status aziendali di società che operano in settori strategici dell’economia nazionale.
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