Reti 5G

AGCOM: approvato il Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze per il 2018, ma emergono alcune criticità

Con un comunicato stampa, oggi, 27 Giugno 2018, l’AGCOM ha annunciato di aver approvato il nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF 2018), secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2018.

Il Piano prevede 15 nuove reti digitali terrestri in tecnologia DVBT2, di cui 10 nazionali in banda UHF, 4 locali in banda UHF e una su base regionale in banda III VHF, che sarà destinata alla trasmissione di tutti i programmi televisivi in ambito locale e dei programmi contenenti informazioni rilevanti su base regionale.

In totale, il guadagno per le casse dello Stato potrebbe agevolmente superare i 2,5 miliardi di euro.

L’approvazione del piano, continua il comunicato, “si inserisce nel processo disciplinato e scadenzato dalla Legge di Bilancio che, nel quadriennio 2018-2022, porterà a riassegnare le frequenze della banda 700 MHz, attualmente in uso per il servizio broadcasting, ai sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazione elettronica in banda larga senza fili (5G)”.

Approvando il PNAF l’AGCOM ha però rivolto una segnalazione al Governo, ai sensi dell’articolo 1, comma 6 c, n.1, della legge 31 Luglio 1997, per sottoporre alcuni elementi di criticità relativi all’applicazione delle disposizioni della Legge di Bilancio. Secondo tale comma, infatti, il consiglio può segnalare al Governo l’opportunità di interventi, anche legislativi, in relazione alle innovazioni tecnologiche e all’evoluzione del settore delle comunicazioni, garantendo inoltre l’applicazione delle norme legislative anche attraverso la predisposizione di specifici regolamenti.

Le criticità di cui parla il comunicato sono emerse nel corso degli approfondimenti istruttori condotti anche per l’approvazione del Piano del 2018, ma non vengono per il momento resi noti ulteriori dettagli da parte dell’Autorità.

E’ possibile però che esse possano concernere la riduzione delle frequenze delle emettenti televisive, che potrebbero dover spostarsi in parte sulla banda sub-700, per fare posto allo standard 5G.

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