Oggi, 19 Giugno 2018, Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il National Defense Authorization, un emendamento varato allo scopo di bloccare per sette anni la vendita di componenti Usa al gruppo Zte.
L’emendamento, approvato con la maggioranza di 85 voti su 95, si pone in netto contrasto con l’accordo raggiunto pochi giorni fa dal presidente Donald Trump. Nel mese di Aprile 2018 infatti, il Dipartimento del Commercio statunitense aveva imposto a Zte un bando di sette anni che impediva di fatto all’azienda cinese di continuare a svolgere il proprio commercio in Usa. L’accusa rivolta al colosso cinese era quella di non aver rimosso i quadri dirigenti accusati di aver intrapreso traffici illeciti con Corea Del Nord e Iran.
Secondo quanto riportato da ICTbusiness.it:
Il National Defense Authorization Act, un insieme di leggi di finanziamento della spesa militare del valore di 716 miliardi di dollari, è stato infatti approvato anche alla Camera, ma in una forma diversa. Per diventare legge a tutti gli effetti, oltre alla firma finale di Trump, il testo dovrà essere riconciliato da entrambe le ali del Congresso.
Una vicenda che fino a qualche giorno fa, sembrava essersi conclusa con la salatissima multa di oltre un miliardo di dollari e le scuse pubbliche del colosso cinese, che prometteva per il futuro di selezionare con maggiore attenzione la propria classe manageriale.
Una multa che aveva però messo in enorme difficoltà finanziaria Zte. Soltanto la settimana scorsa, l’azienda aveva visto crollare il proprio valore in borsa, “bruciando” circa sette miliardi di dollari.
Una performance negativa che adesso, dopo l’accordo raggiunto dal Senato, sembra aggravarsi ulteriormente. Infatti, il titolo in borsa ha ricevuto l’ennesimo contraccolpo. Secondo quanto riportato dall’Ansa:
I titoli del colosso cinese di smartphone e prodotti per le telecomunicazioni, ha ceduto a Hong Kong il 24,81% e a Shenzhen il 9,99% (limite giornaliero) scontando il voto del Senato Usa che ribalta l’accordo voluto da Trump e annunciato a inizio mese di stop al bando sull’acquisto di microprocessori e altri parti Usa per aver violato l’embargo sulla vendita a Iran e Corea del Nord.
Non va dimenticato che i rapporti tra Usa e Cina continuano ad essere molto tesi, con l’amministrazione Trump che ha di recente minacciato nuovi dazi, proposta che naturalmente ha scatenato per l’ennesima volta l’irritazione del governo di Pechino che afferma di non essere più disposto ad accettare nuove sanzioni.
Intanto secondo alcune indiscrezioni Wind Tre per il completamento della sua rete unica sta pensando di rivolgersi a Ericsson anzichè ZTE.
Aggiornamento: Huawei può acquistare componenti negli USA e non sono state vietate le esportazioni nei confronti dell’azienda.
Si ringraziano i colleghi di WindWorld per la collaborazione. Aggiornamento 20 Giugno 2018 alle 11:49.
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