L’Associazione Azionisti Telecom Italia si rivolge al premier Conte con una richiesta di realizzazione di una politica industriale che tenga conto delle opportunità che può dare un maggiore ruolo dello Stato all’interno della società.
“Egregio Professore,
ASATI (l’Associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia) formula le più vive congratulazioni per il prestigioso incarico conferitoLe di Presidente del Consiglio dei Ministri di un Governo del cambiamento, con il Suo ruolo di “avvocato difensore degli interessi degli italiani.”
È questo l’incipit della lettera che l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, ha inviato al neo Primo Ministro Giuseppe Conte, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giorgetti, e ai Vicepresidenti del Consiglio Di Maio (Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro) e Salvini (Ministro dell’Interno).
Ad oggetto del testo inviato a Conte l’associazione ha espresso le sue considerazioni circa la funzione che può svolgere una rete unica e neutrale per il progresso tecnologico e digitale del Paese. Da qui il motivo di una nuova politica industriale per allinearsi con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.
Il tema della rete unica è stato recuperato nel giro degli ultimi mesi, quando il governo ha avviato un’istruttoria per verificare eventuali distorsioni nella gestione della società Tim e della sua rete. Il dibattito è stato accresciuto in particolare dalle dichiarazioni dell’ex Ministro del MISE Calenda sui maggiori vantaggi di un’unica infrastruttura di rete che avrebbe evitato duplicazioni degli investimenti nelle stesse aree da parte dei vari operatori.
Scrive Asati:
Per cogliere concretamente l’opportunità di un vero cambiamento di cui il nostro Paese ha realmente bisogno, ASATI richiama la Sua attenzione sul tema della evoluzione delle reti di telecomunicazioni, infrastrutture strategiche per una spinta alla crescita dell’economia digitale, asse portante per lo sviluppo del nostro Paese e per il conseguimento degli sfidanti obiettivi posti dall’Agenda digitale europea.
In questo scenario, ASATI ha più volte sottolineato alle competenti Istituzioni la necessità di adottare una nuova ed efficace politica industriale del settore mirata alla realizzazione di un’unica infrastruttura di rete per il sistema Paese, tenuto conto degli ingenti investimenti di lungo periodo richiesti agli operatori per il passaggio dal rame alla fibra e della non sostenibilità economica di investimenti duplicati e realizzati da più operatori soprattutto nelle principali aree metropolitane.
Una rete unica, oggetto della convergenza della rete di Telecom Italia con quella di Enel Open Fiber, eviterà diseconomie, abiliterà i nuovi servizi della comunicazione globale, consentendo al nostro Paese di eliminare il divario digitale ultra-broad-band tra le aree metropolitane e quelle rurali e svolgendo un ruolo da protagonista anche nello scenario mondiale nell’ottica della Gigabit Society.
Positivi risultati si registreranno anche sul versante regolamentare mettendo fine a un contenzioso molto acceso, tra l’incumbent e gli altri operatori, che si è protratto in questi ultimi anni per una presunta discriminazione tra i servizi wholesale offerti dall’incumbent alle proprie divisioni commerciali e i servizi offerti agli altri operatori.
Quest’ultimo caso è stato motivo di denunce da parte dei concorrenti e di sanzione da parte dell’Agcom.
La lettera di Asati si spinge oltre la trattazione dell’argomento dell’infrastruttura di rete per la vendita dei servizi e si occupa anche del contesto societario, raccomandando una presenza maggiore dello Stato in Tim, e della riorganizzazione del personale prevista a breve (Asati aveva già espresso delle perplessità):
Sul versante finanziario, ASATI auspica un incremento della quota di azioni di Telecom Italia in carico a Cassa Depositi e Prestiti, affinché lo Stato, da un lato, eserciti un più efficace ruolo di controllo (rispetto ai poteri conferitigli dalla normativa sul golden power dimostratisi, nei fatti, poco incisivi) su un asset strategico per la sicurezza e difesa nazionale, e, dall’altro, bilanci le partecipazioni azionarie favorendo l’ingresso di altri investitori, proprio nell’ottica di una vera ed efficace Public Company.
Giova, inoltre, sottolineare che Telecom Italia – una delle più grandi Aziende industriali del Paese, oggetto, in passato, di una privatizzazione estremamente critica e di compagini azionarie che hanno solamente creato disvalore – ha recentemente inoltrato, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la richiesta di un ciclo di CIGS per circa 30.000 lavoratori da applicarsi, tra giugno 2018 e giugno 2019, al termine del quale è prevedibile – come dichiarato dalla stessa Azienda – il permanere di 4.500 eccedenze di personale.
Nel ribadirLe i migliori auguri di buon lavoro, ASATI confida in un Suo autorevole intervento affinché venga adottata una nuova politica industriale di settore che rifletta le esigenze di un effettivo cambiamento, mirata alla realizzazione della rete unica nazionale, misura auspicata più volte in sede parlamentare dalle stesse forze politiche che sostengono il Suo Governo. […]
Nel ringraziarla per la sensibilità mi rendo immediatamente disponibile per eventuali approfondimenti.
L’occasione è gradita per salutare cordialmente.
Con l’interpellanza scritta al governo, Asati ha di fatto ribadito quella che è la propria linea circa la direzione che Tim deve intraprendere. I piccoli azionisti hanno votato a favore del fronte Elliott nell’Assemblea elettiva del Consiglio di Amministrazione il 4 maggio 2018 per reagire contro la governance, reputata non soddisfacente, di VIvendi.
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