Secondo l’Istat solo il 3% delle imprese italiane ha investito nell’innovazione digitale
Le imprese italiane, secondo il quotidiano La Repubblica, sono ben lontane dall’aver avviato un processo completo di digitalizzazione, non godendo quindi del rispettivo vantaggio in termine di innovazione.
Al seminario “Mappare la banda larga: miglioramento dei servizi e innovazione”, tenutosi presso la sede dell’Agcom, si è fatto il punto, a distanza di un anno dal lancio, sul progetto Broadband Map di Agcom, sull’effettiva percezione di questo nuovo strumento messo a disposizione dell’utenza a livello open souce, e sulla posizione, riguardo le infrastrutture a banda larga, del nostro Paese in Europa.
Per la Broadband Map, servizio che serve a individuare la qualità dell’accesso ad internet in una specifica area o in una singola abitazione, i risultati emersi sono positivi, perché si registra un forte utilizzo dello strumento messo a punto dall’Autorità, da parte degli operatori TLC, imprenditori e consumatori. A livello Europeo però, l’Italia, come infrastrutture a banda larga, non brilla ancora in classifica.
La situazione italiana, secondo Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, però non deve preoccupare, perché i gap relativi alla digitalizzazione o all’innovazione “si possono colmare più rapidamente, rispetto ad altri come il declino demografico e la natalità”.
Giorgio Alleva, intervenendo al seminario Agcom, dove illustrava lo studio del “ruolo dei dati nello sviluppo digitale in Italia“, ha affermato che “solo il 3% delle imprese italiane ha operato in modo compiuto la transizione digitale“, mentre “ben il 63% si dice indifferente”.
Secondo Alleva, la politica deve svolgere, rimuovendo i vincoli, un ruolo attivo alla digitalizzazione di quelle aziende che vorrebbero innovarsi, ma non ne hanno la possibilità, a causa della scarsezza di capitale umano e materiale.
Infine, il presidente dell’Istat afferma che importante per il nostro paese deve essere “la propensione all’innovazione”, poiché per ridurre i problemi in termini produttivi e di competitività, si deve passare prima di tutto dal “miglioramento della Rete delle telecomunicazioni”.
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