AGCOM: ordinanza di ingiunzione nei confronti di TIM per gli eccessivi tempi di interruzione in seguito alla migrazione
L’Agcom ha avviato un’ordinanza di ingiunzione nei confronti di TIM per la violazione dell’articolo 80, relativo alla migrazione dei servizi di accesso alla rete fissa.
Stando a quanto riportato nel comunicato ufficiale dell’Autorità, TIM ha violato la normativa in materia di attivazione, migrazione e cessazione nei servizi di accesso alla rete fissa. Più nello specifico, è stato accertato che TIM ha posto in essere una condotta in violazione all’articolo 80, commi 4-bis e 4-ter, non avendo adottato tutte le procedure necessarie al fine di ridurre al minimo i tempi di interruzione del servizio all’utente finale dopo il trasferimento delle risorse di rete. Così facendo, sono stati originati dei seri disservizi per molti utenti.
La società TIM, nella sua difesa, ha affermato di aver attuato invece tutte le procedure necessarie e conformi alla normativa vigente. Inoltre, secondo l’operatore, i disservizi eventualmente accertati sono riconducibili a casistiche limitate e generate da disallineamenti del sistema. Per questa ragione, TIM reputa tali anomalie come una conseguenza fisiologica dei complessi meccanismi che regolano i processi di migrazione.
L’Autorità, nelle sue valutazioni, cita la legislazione comunitaria volta a garantire e incrementare la concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, che sancisce il diritto per gli utenti di ottenere il trasferimento della propria linea nel più breve tempo possibile, senza subire interruzioni del servizio superiori a una giornata lavorativa.
Per questa ragione, l’AGCOM ritiene che la difesa di TIM non sia sufficiente a giustificare la condotta della società, anche nell’eventualità in cui si possa trattare solo di casi sporadici.
È stata quindi applicata a TIM una sanzione amministrativa pari a 170.000 euro, il minimo edittale, per una violazione che è stata valutata di media entità e di media durata, in termini di gravità. L’AGCOM ingiunge a TIM di pagare la somma entro 30 giorni dalla notificazione del provvedimento e diffida la società dall’intraprendere ancora ogni attività che sia in netta violazione rispetto alle normative vigenti.
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