Dopo la notizia della possibile cessazione delle attività del colosso cinese ZTE, a causa del Denial Order del governo americano, Hu Kun, presidente ZTE Western Union, e CEO di ZTE Italia, ha pubblicato un comunicato stampa per chiarire la situazione in cui versa in queste ultime ore l’azienda.
La decisione del Dipartimento del Commercio USA era stata quella di vietare alle aziende americane di vendere componenti hardware e software a ZTE per sette anni. L’evento è stato la miccia per una seria discussione sulle relazioni commerciali tra USA e Cina, di cui ancora in questi giorni si continua a parlare. La sola alternativa per ZTE era quella di sottostare ad alcune condizioni imposte dal governo di Trump.
Il Denial Order è giunto in quanto, per gli Stati Uniti, ZTE non avrebbe rispettato gli accordi, che prevedevano, oltre al pagamento di una consistente multa da 890 milioni di dollari, anche l’obbligo di licenziare quattro dirigenti e sanzionare diversi lavoratori. La multa è stata pagata, ma i dipendenti non sono stati sottoposti a provvedimenti disciplinari. La risposta americana non si è fatta attendere, e adesso la società cinese dovrà cercare di trattare nuovamente con gli Stati Uniti.
In tal senso, come rende noto Hu Kun, nelle ultime settimane, dopo aver appreso della decisione del Dipartimento del Commercio degli USA, ZTE, con tutte le sue filiali principali, ha avviato una profonda attività interna per predisporre ogni azione possibile a tutela delle necessità di tutti i clienti ed in ottemperanza agli impegni assunti con tutti gli stakeholder.
Nel frattempo, come conferma il comunicato, ZTE ha avviato un intenso dialogo con il Governo degli Stati Uniti per giungere ad un accordo e tentare di annullare la sanzione. Al momento, si tratta evidentemente della priorità assoluta della società, che punta a risolvere la drammatica situazione nel minor tempo possibile.
Per finire, Hu Kun rassicura tutti gli stakeholders dichiarando che essi saranno repentinamente informati in caso di ulteriori dichiarazioni e sviluppi delle trattative.
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