Con un comunicato ufficiale, ZTE ha risposto al Denial Order del Dipartment of Commerce’s Bureau of Industry and Security (BIS) degli Stati Uniti d’America.
La decisione del colosso cinese, che era stato impegnato recentemente, tra le altre cose, anche nello sviluppo del 5G in Italia, è stata quella di cessare le principali attività dopo l’imposizione del bando da parte del governo americano.
La decisione del Dipartimento del Commercio USA era stato il divieto per le aziende americane di vendere componenti hardware e software a ZTE per sette anni. L’evento è stato la miccia per una seria discussione sulle relazioni commerciali tra USA e Cina, di cui ancora in questi giorni si continua a parlare. La sola alternativa per ZTE era quella di sottostare ad alcune condizioni imposte dal governo di Trump.
Il Denial Order è giunto in quanto, per gli Stati Uniti, ZTE non avrebbe rispettato gli accordi, che prevedevano, oltre al pagamento di una consistente multa da 890 milioni di dollari, anche l’obbligo di licenziare quattro dirigenti e sanzionare diversi lavoratori. La multa è stata pagata, ma i dipendenti non sono stati sottoposti a provvedimenti disciplinari. La risposta americana ha colpito duramente ZTE, che si è trovata costretta a cessare le operazioni.
L’azienda ha tuttavia sottolineato di possedere liquidità necessaria e di rispettare tutti gli obblighi commerciali a cui è sottoposta. Inoltre, ZTE ha annunciato che sta comunicando con i dipartimenti del governo americano, al fine di riuscire a mitigare o annullare gli effetti del Denial Order.
Adesso resta da attendere l’esito della trattativa con il governo americano, che sembra essere per il momento l’unica soluzione per il colosso cinese.
Si ringraziano i colleghi di WindWorld per la collaborazione
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