[Accadde oggi] Cos’è lo spamming lo sappiamo tutti: si tratta della divulgazione degli stessi messaggi a carattere commerciale, principalmente via posta elettronica, a un grande numero di destinatari che non ne hanno mai fatto richiesta. Ciò che non tutti sanno è che il fenomeno risale a ben 40 anni fa, col primo spammer della storia Gary Thuerk, e da dove deriva il termine.
1978: il computer è uno strumento poco diffuso e poco accessibile, a causa dei prezzi elevati, e della difficoltà di utilizzo. I più sfruttavano le postazioni di università e di istituti di ricerca.
E fu proprio negli ambienti accademici che il progetto Arpanet iniziò a diffondersi: si trattava di una sorta di progenitore di Internet, o meglio di un network che metteva in collegamento gli atenei più rinomati del settore scientifico.
La possibilità di inviare un solo messaggio a più utenti ispirò Gary Thuerk, dipendente della Dec, Digital Equipment Corporation (confluita in seguito nella multinazionale Hewlett Packard), azienda produttrice di computer. Dato che gli utenti di Arpanet rappresentavano i potenziali clienti dei dispositivi che promuoveva (tra cui il DECSYSTEM-20, un nuovo sistema VAX a 36-bit appena presentato), Thuerk ebbe il lampo di genio: il 3 maggio 1978, inviò un messaggio pubblicitario standard a 393 recapiti di posta, premendo un solo tasto. Nonostante il discreto successo di una manovra alquanto innovativa per l’epoca – che apportò un fatturato di circa 13 milioni di dollari all’azienda – la reazione complessiva non fu delle migliori, in quanto il gesto venne reputato invadente e fastidioso.
Anni Novanta. Con l’avvento di Internet e l’aumento di persone collegate alla rete e dotate di un indirizzo di posta elettronica, il fenomeno crebbe a dismisura. Nel 1993, gli venne dato il nome di spam, che nulla ha a che fare col suo padre fondatore. A coniarlo fu Richard Depew, moderatore di un newsgroup, che per un bug del software postò duecento messaggi di fila, tutti uguali. L’idea gli venne pensando allo sketch della serie televisiva inglese degli anni Settanta “Monty Python” (stagione 2, episodio 12), in cui una coppia si trova a pranzare in un bar, accanto a un tavolo di vichinghi.
La cameriera elenca una serie di pietanze che contengono tutte la “spam” (noto marchio di carne in scatola, che abbrevia l’espressione “spiced ham”, cioè carne speziata), e ogni volta i vichinghi intonano in coro “Spam spam spam”, impedendo alla donna di ordinare. Lo sketch prendeva di mira la campagna pubblicitaria eccessiva di quell’alimento.
Di qui il termine prese a identificare la tendenza ad intasare le email private di messaggi pubblicitari di varia natura, con un testo standard spersonalizzato. I messaggi di spam sono finiti più volte nel mirino delle norme sulla violazione della privacy e sul trattamento dei dati, che nei vari Paesi sono state rese più rigide a seguito di segnalazioni e denunce da parte dei cittadini.
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