La Storia della Telefonia

Addio gettone: quando chiamavamo dal telefono pubblico con la scheda telefonica

Se negli anni Novanta eri uno studente delle elementari o medie, certamente la ricordi, e magari ne eri un collezionista sfegatato. All’epoca i cellulari non esistevano, figuriamoci Internet a portata di mano, e non eri costantemente reperibile.

Cosa fare quando, a scuola, ti senti male e devi chiamare i tuoi genitori per uscire prima? Come aggiorni la famiglia mentre sei in gita, o chiamare il/la fidanzato/a mentre sei fuori casa? La risposta è proprio quella: la scheda telefonica prepagata per telefoni pubblici.

La prima scheda telefonica prepagata venne introdotta in Italia nel 1976 dalla società Sip, con l’intento di inserire un sistema che eliminasse l’utilizzo di gettoni e monete, ed abbassasse il costo societario di frodi e furti.

La scheda telefonica fu una novità assoluta ed originale, che riscosse un tale successo da diventare da semplice mezzo di pagamento a veicolo di messaggi pubblicitari, culturali e sociali negli anni Novanta, fino ad oggetto di collezione.

Dopo il periodo iniziale di sperimentazione, ed ulteriori prove di materiale, le schede vennero prodotte dalla società SIDA, con larga diffusione nel 1976/1977.

Da allora, tanti i tagli disponibili che si susseguirono negli anni: 2.000, 3.000, 5.000, 10.000, 15.000, e 20.000 Lire, per citarne alcuni. C’erano, anche se meno diffuse, le schede col valore di 1.000 Lire, e quelle ancora più rare con la dicitura “omaggio”, che non riportavano il valore corrispondente in denaro, ma solo gli scatti di cui era possibile usufruire.

Agli inizi degli anni Novanta, la Sip (che nel 1994 sarebbe diventata Telecom Italia) iniziò a sostituire gli apparecchi a gettone con lettori a scheda magnetica.

Quasi contemporaneamente, cambiano anche le schede: il materiale è ormai stabilmente plastico (leggero, flessibile, impermeabile e, cosa molto importante, non si inceppava nei lettori), e diversa è la banda magnetica, non più verticale ma orizzontale. Iniziano, inoltre, a riportare immagini pubblicitarie, e la dicitura principale cambia da “carta” a “scheda”, e viene inserita in una banda di diverso colore a seconda del taglio: ad esempio, verde per le schede da 1.000 lire, giallo/arancio per le schede da 2.000 lire, rosso per le schede da 5.000 lire, blu per quelle da 10.000 e viola per i tagli da 15.000.

La banda magnetica è più corta per poter ospitare a lato il valore facciale. Rimane la banda bianca finale, contenente il logo Telecom, i codici a barre e alfanumerico e, novità, l’indicazione del produttore e la tiratura. Rimane il bilinguismo per le schede commercializzate in Alto Adige.

Esistono più categorie di schede telefoniche:

  • Pubbliche precursorie: sono le primissime schede prepagate, quelle con la banda magnetica posizionata verticalmente (tecnologia verticale “Sida”), emesse in grande numero di copie dalla Telecom, ed acquistabili presso i rivenditori, negli uffici postali, tabaccherie. A queste poi sono succedute schede prepagate con tecnologia orizzontale Urmet della “Serie Bianca” e “Rossa”;
  • Precursorie da serie turistica: le prime schede telefoniche prepagate figurate riproducenti un’immagine di monumenti italiani, come la Fontana Maggiore di Perugia, e la Torre di Pisa;
  • Pubbliche ordinarie: adoperate per lungo tempo e sempre con la stessa illustrazione stampata. Ce n’erano di tre tipi: “Scopri la carta infinita”, “Fasce Orarie”, e “Compagna di tutti i giorni”;
  • Pubbliche commemorative: stampate con il retro dedicato a personaggi famosi, eventi o manifestazioni di particolare importanza, come ad esempio quella rappresentante il G7 del 1994 a Napoli, quella relativa alla nascita della Telecom Italia e molte altre. A queste si aggiungono le schede tematiche dedicate a particolari argomenti, quelle destinate da Telecom a pubblicizzare nuovi servizi e quelle più squisitamente pubblicitarie, ovvero commissionate da aziende private.

Evoluzione della scheda telefonica sarà la scheda telefonica ricaricabile, introdotta da TIM a metà anni Novanta, che svolgerà un ruolo determinante nello sviluppo della telefonia cellulare.

Al passaggio da lira ad euro le schede subiranno poche modifiche sostanziali: sparisce la dicitura “scheda telefonica” (così da lasciare maggiore spazio alla pubblicità sul fronte) e il valore facciale, espresso in euro, è indicato a lato della banda magnetica.

Negli anni passati, capitava più spesso di imbattersi in mercatini di appassionati che scambiavano o vendevano schede telefoniche italiane ed estere. Ora per lo più questo scambio avviene su internet, su siti specializzati come Amazon e eBay.

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